Un'occasione unica, grazie ad un amico che ci ha ospitato nella sede di Redwood City, pochi chilometri da Palo Alto, della leggendaria DreamWorks, fondata da Steven Spielberg.
Luca Prasso, che assieme alla moglie Nadia (bravissimi fotografi, prestissimo saranno anche papa' e mamma... auguri!) ha ricambiato la visita... a casa nostra, e' uno degli Italiani di Frontiera incontrati e la sua intervista sara' pubblicata a giorni.
Intanto si e' guadagnato un premio da una giuria molto selettiva (Alessandro e Francesca B.): quello di Italiano di Frontiera piu' simpatico...
Di seguito, le impressioni di Francesca sulla visita a DreamWorks.
Qui la galleria fotografica.
Una delle persone intervistate da papa' in America che mi e’ rimasta piu' impresso, e stata Luca Prasso della DreamWorks. A seguire la sua intervista eravamo tutti noi della famiglia e grazie a lui abbiamo anche guadagnato una visita negli studios della Dreamworks, di cui Luca Prasso ci ha raccontato tutti i particolari e i segreti.
Una delle persone intervistate da papa' in America che mi e’ rimasta piu' impresso, e stata Luca Prasso della DreamWorks. A seguire la sua intervista eravamo tutti noi della famiglia e grazie a lui abbiamo anche guadagnato una visita negli studios della Dreamworks, di cui Luca Prasso ci ha raccontato tutti i particolari e i segreti.
Abbiamo scoperto della miriade di persone che lavorano alla creazione di un film, come disegnatori, grafici, esperti di usi e costumi di epoche diverse, per fare ad esempio film come Shrek ambientati nel Medioevo, oltre a registi e specialisti per far compiere ai personaggi disegnati dei film movimenti piu realistici possibili.
Prima di andare alla DreamWorks sapevo che la produzione di un film del genere era un percorso complicato, ma non mi aspettavo assoutamente una cosa del genere!! Quattro anni per la produzione di un film e centinaia di persone impiegate! Dietro la realizzazione di ogni fotogramma c’e' un lavoro enorme che richiede la collaborazione di tantissime persone.
La sensazione che ho avuto e’ che ogni idea sviluppata all’ interno di quegli studios possa valere miliardi e per questo viene protetta quasi come fosse un segreto militare, tant’e’ che in molte sale non si potevano nemmeno scattare delle foto.
Un’ altra cosa che mi ha colpito molto e’ stata la sala conferenze, in comunicazione con quella della sede di Los Angeles. Il tavolo era attaccato alla parete di fronte da un lato e su quella parete veniva proiettata l’immagine della sala di L.A. In pratica, dava l’idea di essere tutti insieme al tavolo, nella stessa stanza.
Nonstante il giro turistico alla DreamWorks, rimane per me sempre un mistero come certe immagini dei film d’animazione possano sembrare cosi simili alla realta'.
F.