sabato 9 febbraio 2008

Juana Run, cinque miglia di corsa tentando di sopravvivere


Ho visto cose che voi umani...
Ragazzini schizzare alla partenza mentre pensavo "correte, correte che poi vi riprendo" rivedendoli  invece belli freschi solo al traguado.
Un tizio sciancato che mi domandavo come potesse camminare, mentre correva eccome standomi davanti per alcune centinaia di metri. 
Giovani padri che sfrecciavano spingendo passeggini (una addiritura doppio, con due gemelli) ad una velocita' che sospetto avessero un motorino nascosto nelle ruote e in realta' si facessero trainare...
Benvenuti alla Juana Run, cinque miglia di non competitiva benefica per le scuole di Palo Alto, alla quale Bonz sr ha partecipato come unico membro della famiglia e forse unico italiano. "Arrivero' almeno primo degli italiani.... avete una classifica speciale?", ho scherzato all'iscrizione. Sentendomi rispondere da uno spiritoso signore che c'era un altro iscritto e si chiamava.. Gambino. Mica scherzano, sui neri. Per gli italiani il politically correct non vale piu' ma tanto sapete che non sono permaloso...
Alla partenza, quasi piangevo per la commozione, un'atmosfera bellissima, la gente agli angoli di strada che applaude e incoraggia, specie i podisti piu' anziani ( almeno quello me lo sono risparmiato). Stavo per piangere anche all'arrivo, ma per la fatica degli otto chilometri.
Memore dell'esperienza all'Idroscalo dove con Antonio, caro amico che mi ha introdotto al running (micidiali tour de force in agosto a Marina di Camerota, subito neutralizzati da colossali abbuffate) ero partito piano, al via di Palo Alto sono partito pianissimo. Ma non e' bastato.
Davanti, un plotone che pensavo di risalire. C'e' voluto poco per capire che il problema era invece resistere all'altro plotone, quelle che incombeva alle mie spalle.
Otto minuti e 24" il primo miglio, 16'29 il secondo, attorno ai 24 meta' gara, poi i cartelli e i tempi non sono piu' riuscito a vederli ne' a sentirli. 
Credevo non finisse mai quando si e' sbucati sulla dirittura finale. 
Pareva di correre contromano su un tapis roulant. E sul traguardo l'amletico dilemma: arrivare o no in allungo, tra tanta gente assiepata ad applaudire? 
Il rischio, micidiale, e' di azzardare un allungo troppo lungo, crollando penosamente o fermandosi in apnea a venti metri dal traguardo, davanti a tutti. 
Non ricordo cosa o fatto, in una bellisima giornata di sole avevo la nebbia davanti agli occhi.
Tempo finale delle cinque miglia 40'57" (al vincitore sono bastati 24'57". 
Nella classifica, un lusinghiero piazzamento, 201. su 447, ventiduesimo degli ultracinquantenni.
 Appena arrivato, ho fatto i complimenti (italian gentleman!) ad un'atletica signora che mi era stata davanti di pochi metri per tutti gli otto chilometri e che  avevo passato solo in dirittura finale. Cosi' per ricambiare la cortesia ha risposto che era andata malissimo perche' non era per niente allenata. 
Thank you madam! 
Mi sono consolato con frutta e pankakes con il terribile sciroppo. 
    



 
          

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