mercoledì 26 marzo 2008

Ale festeggia i 18 anni con gli amici americani... senza un americano!


















Foto di gruppo (by Francesca) alla fine del mio compleanno, dopo un barbecue in giardino per i miei diciotto anni.
Da sinistra a destra in piedi: Lior ( Israele), Marisol (Messico), Clara (Spagna), Jaume (Spagna), Julian (Danimarca), Laimonas ( Lituania), Daniel (Messico), io, Nathan (Israele), Renzo (Peru').
Seduti:  Johan (Colombia), Edoardo (Venezuela), Eleonora ( Svizzera).
Il gesto e' un riferimento alla scenetta del comico Russell Peters su come gli italiani si esprimono con le mani, in questo post precedente

lunedì 24 marzo 2008

Cliccando dal vivo: gita di famiglia a Pasquetta... nel cuore della sede Google!


Gita fuoriporta di Pasquetta davvero insolita.
Roberto deve intervistare Marco Marinucci, un giovane ingegnere elettronico, uno dei pochissimi italiani dell'immensa Google's family. E Marco per l'occasione ci ha gentilmente invitati tutti per un pranzo di Pasquetta (qui e' giorno feriale) nella mensa della strepitosa sede Google di Mountain View,  very close to Palo Alto. 
Entrare nella sede di GOOGLE per me è stato veramente eccitante, come esplorare fisicamente un hard disk. 
E' stato come arrivare vicino alla gallina dalle uova d'oro e scoprire che la gallina è un agglomerato cosmopolita di cervelli multicolor indipendenti ma coesi, un "organismo pluricellulare" efficiente in tutti i suoi organi fino alla più piccola cellula.
La societa' più avanzata nella comunicazione, che ha regalato all'umanità il più potente mezzo per divulgare sapere, era là davanti a me con i suoi palazzi, con le sue sale accoglienti e tecnologiche, con gli spazi per il relax, la ginnastica e la "piscina roulant" (acqua corrente, si nuota in una piccola vasca), con le sue sale conferenze mobili, con la sua mensa multietnica, con l'asilo interno, con tutto quello che serve per farti sentire comodo e a tuo agio al lavoro.

Qui il resto del post
Ma ancora, con la sua umanità fatta di menti giovani e fresche ( non ho visto un solo capello bianco), orgogliose di far parte di un progetto così ambizioso: lavorare per dare all'umanità assetata di sapere 
sempre qualcosa in più. 
Ecco quindi intere aree dedicate allo sviluppo di nuovi progetti,  che possono anche non decollare come quello, non ancora uscito, che informa in tempo reale di quanta ricerca viene fatta nel mondo. L'abbiamo visto su uno schermo. Nel giorno di Pasquetta, in Italia quasi solo da Milano partivano i raggi di luce simbolo di attività cerebrale in Rete ... L'America invece sprizzava luce da tutti i pori se così si può dire.
La sensazione generale è stata quella di volere altre vite per ricominciare. 
E di guardare a quelle dei miei figli e dei miei allievi con un pizzico di bonaria invidia, per il mondo là fuori che li aspetta.

sabato 22 marzo 2008

Siamo qui da due mesi. Ecco come siamo stati accolti, quel lontano 22 gennaio....



Incredibile. Oggi 22 marzo sono due mesi che siamo arrivati. E il tempo vola, un terzo del viaggio e' andato, anche se sembra di esser qui da una vita.
Non abbiamo dimenticato come siamo stati accolti all'aeroporto di San Francisco, in un gelido umidissimo 22 gennaio. Con un cartello di benvenuto da Maria Fassio Pignati, brava cantante soprano, che oltre ad essere vicepresidente dell'Order Sons of Italy in America in California, e' stata per noi un'amica tanto cara quanto preziosa, in questa avventura.
Grazie Maria, quell'accoglienza e' stata per noi di buon auspicio. 
Si pedala ma va alla grande...

venerdì 21 marzo 2008

Tecnologia in soccorso alla natura? Qualche volta succede il contrario...


La tecnologia aiuta la natura, si dice spesso abusando di una frase fatta.
A volte succede il contrario. 
Provate voi a usare un "normale" convertitore di corrente (marchio svizzero, probabilmente made in China) che ha il piccolo difetto di non reggere il peso della spina dell'alimentatore... 
Fruttiera di sostegno e il gioco e' fatto. 

mercoledì 19 marzo 2008

L'Universita' di Santa Cruz rende omaggio al cinema italiano dedicandogli uno spazio. Nel gabinetto


La University of California a Santa Cruz, localita' liberal sul Pacifico, e' il posto che tutti gli studenti sognano. 
Un campus che e' una collina. Sogno per gli studenti, incubo per chi ci deve andare per la prima volta per una conferenza, senza uno straccio di segnaletica, su e giu' sino allo spiazzo giusto. Ma al parcheggio sbagliato. Niente addetti per consegnare il pass, come promesso. Lasciare l'auto per un'ora e un quarto in uno dei tanti posti liberi puo' costare salato. Settantasette dollari per la precisione. Ma ne valeva la pena...

Un po' per la lecture di Alexander Stille (che poi ci ha regalato un paio di commenti sconfortanti sull'attualita' italiana, trovate tutto su
Italiani di Frontiera),  che ha introdotto un convegno sulla violenza nella storia dell'Italia. 
Ma soprattutto per gli incontri con una raffica di docenti italiani delle universita' californiane (leggete qui) e tanti docenti americani studiosi di storia italiana.
 Ma la chicca, che ha ripagato di tante amarezze, multa compresa, e' stato scoprire che l'Universita' cosi' attenta alle vicende italiane di ieri e di oggi, ha dedicato una stanza al cinema italiano, arredandola con manifesti dei capolavori del passato: Otto e 1/2, Riso amaro, Paisa'...
Si vabbe', la stanza e' il gabinetto ma non stiamo a fare gli schizzinosi, con i tempi che corrono... 
Il vostro cronista ha comunque documentato con foto la simpatica iniziativa.

martedì 18 marzo 2008

Una prof a scuola con gli immigrati. Ma sui banchi, come alunna

Un corso d'inglese gratuito per immigrati (tre ore al giorno per cinque giorni), offre il comune di Palo Ato.
Sono tornata in classe ma dall'altra parte della barricata.
Il primo giorno mi sono infilata all'ultimo banco tanto per non sbagliare. Poi mi sono dovuta avventurare sul primo, anche perchè non vedevo bene la lavagna...
I miei compagni sono in maggioranza cinesi, seguiti a ruota da coreani e giapponesi. Molto simpatici e cordiali. Unica europea, con un po' di puzza sotto il naso una signora francese, sapete la grandeur...
Allevata dai miei studenti dell'ITIS mi esibisco ( si fa per dire) in battute...
La cosa che mi ha colpito di piu': la simpatia della profesoressa americana e il fatto che la sua ironia facesse ridere tutti, cinesi ed europei. Come siamo globalizzati anche nell'umorismo.
Ma allora la riflessione viene sola: quali sono i meccanismi che fanno scattare la risata? Dove risiede il centro della gag nel cervello? E i geni che controllano il senso dello humor in quale cromosoma risiedono? 
E poi ancora quando si e' evoluta la risata?
Per approfondire leggete qui.

venerdì 14 marzo 2008

Parlare italiano a gesti: a lezione dal comico Russell Peters

Non occorre sapere l'italiano per farsi capire in Italia: Li' la gente parla a gesti, dice Russell Peters, comico canadese di origine indiana. 

E non ocorre sapere l'inglese per capire e divertirsi con questo suo sketch straordinario... in due minuti, vizi italiani messi alla berlina in modo esilarante! 

Se proprio vi serve una miniguida...

1) Russell dice di essere andato in Italia dove lo scambiavano per italiano (per il suo colore scuro) ma scemo (perche' non capiva l'italiano) .

2) Quando ha rivelato di essere indiano, gli interlocutori sono rimasti sconvolti come fosse un fantasma ("per loro gli indiani sono tutti uguali e fanno tot tot tot...", scherza).

3) In Italia non occorre sapere l'italiano, basta imparare il linguaggio dei gesti.

4) Su tutto il gesto piu' ricorrente, che sta per "ma che c...".

5) Quel gesto in indiano vuol dire ho fame: immaginarsi un italiano che va in un ristorante indiano...  

Jack Nicholson, uno spottone per Hillary

Con Jack, siamo quattro per Hillary  e 3 per Obama...

martedì 11 marzo 2008

Quattro non piu' sul divano: due in Australia, due in California...



Questa foto scattata proprio un anno fa, durante una serata alla Settimana del Design di Milano, in casa di un celebre architetto,  ha per noi un valore particolare. 
Perche' e' un po' "colpa" proprio di Arianna e Stefano (a sinistra), che oggi sono in Australia, se Pola e Roberto (a destra), che oggi sono in California, si sono decisi pure loro ad alzare le chiappe dal divano.

Qui il resto del post
Arianna Dagnino e Stefano Gulmanelli sono due carissimi amici dei Bonzi.Us, oltre che due bravi giornalisti. Dire che sono stati i pionieri, nel teorizzare la figura dei "nuovi nomadi" in grado di svolgere il proprio lavoro da una parte all'altra del pianeta grazie alle tecnologie, soprattutto Internet, sarebbe riduttivo, oltre che una solenne cavolata.
Arianna e Stefano infatti non hanno teorizzato proprio nulla. Hanno preso e sono andati. 
Prima in Sudafrica, strasferendosi per qualche anno in un Paese non proprio facilissimo. Poi sono arrivati i figlioli: si metteranno tranquilli sprofondando in un divano?
Macche'. 
Malgrado la bella casa di cascina, a Basiglio, i due irrequieti hanno pianificato a lungo e dopo un mese e mezzo in Canada, come testimonia il loro blog di viaggio, sono riusciti ad ottenere a il difficile visto per l'Australia, hanno venduto casa e sono partiti. 
Le loro avventure dalla terra dei canguri potete leggerle qui. Ma attenzione, la vulcanica famigliola sta gia'pianificando per un futuro non lontano un altro balzo oceanico, ritornando in Canada, stavolta per stabilirvisi.
EspressoRepubblica, e Nova Sole 24 Ore sono tra i giornali in cui potete leggere loro pezzi. Mentre su La Stampa curano anche un blog rubrica, Oceaneide, dedicato appunto all'avventura australiana. 
Al nomadismo intelettuale hanno dedicato un sito e un blog.
Arianna e Stefano hanno... gravissime responsabilita', nell'aver influenzato la nostra decisione di compiere l'insano gesto dell'impresa oltreoceano (mai gesto insano fu piu' sano). 
Con loro ed i loro amici abbiamo trascorso alcune delle giornate piu' piacevoli e creative degli ultimi anni. Peggio ancora, il loro spirito balzano ci ha ispirato al punto di volerne emulare goffamente le gesta. 
E oggi quel divano e' rimasto vuoto. Almeno per un po'.  

domenica 9 marzo 2008

Otto marzo Festa della donna. Che spazio hanno i dolci nella vita di questa donna?


Otto marzo, Festa della Donna trascorsa a San Francisco, senza una mimosa in giro (a Palo Alto invece le mimose si sprecano, ma sono alberi...). 
Simpatica installazione Lindt (coincidenza?) nella centralissima Union Square. E immagine simbolica: che spazio hanno i dolci nella vita di "questa" donna? (sullo sfondo, lontano lontano, una foto un po' ose'. Ma e' solo una coincidenza...).

giovedì 6 marzo 2008

Disavventure sanitarie Usa... Michael Moore, dove sei?



  
Problema di salute. Piccolo, spero.
Ecco le mosse adottate per la sua soluzione  in sequenza.
1) Contattata dottoressa sorella del padrone di casa, cardiologa, per indicazioni su come muoversi.
2) Sua prescrizione;
3) Fatte analisi, pure terapia;
4) Cambio di terapia rivelatasi sbagliata;
5) Interruzione della nuova terapia, causa allergia immediata con ponfi sparsi e testa pulsante (panico, con gli antibiotici non si scherza), corsa notturna alla farmacia col timore di doversi presentare al pronto soccorso dove uno starnuto costa mille dollari; 
6) Allergia rientrata in breve, new therapy; 
7) New therapy bloccata dalla farmacista, niente vendita, ricetta incompleta;
8) Rincorsa alla dottoressa da parte della farmacista. Precisazione, prescrizione e vendita farmaco il giorno dopo.

- Tempo di attesa nelle farmacie per ogni singolo acquisto: un'ora e mezza. Attesa in apposita saletta perche' le medicine vengono consegnate, in dosi contate, dentro ad un flaconcino trasparente a cui e' allegato foglietto illustrativo. 
- Domanda: "Ma le compresse o capsule o quant'altro vengono preparati come da manuale galenico in loco?"
Tutto questo e' un mistero.
Per la cronaca, le farmacie sono tutte nei supermercati, in fondo al magazzino ben protette da eventuali rapinatori. 
Poco prima della partenza, avevamo visto il docufiction (non crediate che tutto quel che fa vedere nei suoi film sia realta') di Michael Moore "Sicko", che ci aveva abbastanza terrorizzato. Al punto che i ragazzi avevano espresso il desiderio di trasferirsi a Cuba, di cui sanno quasi nulla, invece che negli Stati Uniti.
Michael, dove sei?

Ebbene si': Ale non e' piu' minorenne. Una cena con l'amico "standing comedian"




Ma come, non era ieri che lo tenevo sulle ginocchia? O impugnandolo piccolino a pancia in giu' a mo' di valigia, correvo fra i cespugli di Parco Nord, per fargli provare a un anno il brivido dell'inquadratura planata rasoterra steadycam, come in Guerre Stellari? (nell'occasione inciampai in una perfida radice ma il bimbo sopravvisse...) Incredibile, ma Alessandro non e' piu' minorenne. E ieri abbiamo festeggiato con ospiti i suoi 18 anni. 
Ospiti graditi e davvero particolari


  Nathan, amico e compagno di scuola, e' un ragazzone cosi' simpatico e comunicativo che sta studiando da "standing comedian". Si' quei comici che affrontano il pubblico da soli al microfono. Presto vedrete un suo fantastico video di YouTube sul nostro sito.

Per una volta, Nathan ha provato cosa vuol dire essere il solo in un gruppo a non parlare una lingua, visto che il padre Isaac ha vissuto in Italia per anni e si sente un po' italiano e lo parla benissimo.
Per Ale, iPod Touch, macchina fotografica Canon e alcuni capi chic selezionati dalle esperte mamma e sorella, con i quali mietera' cuori sulla West Coast. 
Oltre a un poster, con la foto che vedete sopra, ovviamente trionfo ai Mondiali 2006. Il Milan e' un'altra cosa.

lunedì 3 marzo 2008

E(lezioni) d'inglese 2 - Per un'Italia dal profilo international: Berlusconi

E(lezioni) d'inglese 1 - Per un'Italia dal profilo international: Rutelli

Ale all'esordio, la prima partita di calcio Usa in numeri e una mamma un po' apprensiva


Prima amichevole per Ale con gli Stanford Earthquakes, diciottenni dello Stanford Soccer Club (vincitori per 3-1 su compagni un po' piu' giovani). Se l'e' cavata bene malgrado la tenuta da Calimero (l'unico con braghe e calzettoni neri invece che bianchi, sotto maglia rossa), ha preso una traversa e girato come una trottola perche' qui si corre davvero tanto... anche se i compagni d'attacco sudamericani non sono proprio samaritani, quanto ad altruismo di gioco.
Ecco un bilancio in numeri, per dare un'idea del calcio che abbiamo visto. Anche se era solo un'amichevole.
 
Falli fischiati in novanta minuti: non piu' di 10
Fuorigioco fischiati: 1 (ad Alessandro)
Diverbi tra avversari: 0
Proteste con l'arbitro: 0
Proteste con avversari per interventi duri: 0
Discussioni fra compagni: 0
Giocatori a terra doloranti: 1
Permanenza al suolo del giocatore dolorante: meno di 10 secondi
Pedatone dei difensori per spazzare l'area in situazione di pericolo: 0
Palle perse dai difensori tentando di liberare con eleganza: tante.
Arbitro e guardalinee hanno corso non meno dei ragazzi. Aspettiamo il campionato per giudicare. 
In compenso, atmosfera bellissima, due campi in sintetico sui quali si sono incessantemente alternati ultraquarantenni, ragazzotti, ragazzini, ragazzine e ragazzone.
"Bevete tanto. E magari portate la crema per il sole", e' stata la stringata risposta a  fine partita del manager per rassicurare una mamma un po' apprensiva, preoccupata perche' il suo figliolo poverino  dovra' giocare nel torrido giugno californiano. 
Non vi dico la nazionalita'...

sabato 1 marzo 2008

Momento storico: Pola rivede finalmente la scena del film che le ha dato quel bizzarro nome

Drammone melodrammatico: lui non ricorda piu' la sua amata a causa di un'amnesia rimediata in guerra. Lei accetta di stargli al fianco da estranea, prendendosi amorevolmente cura dello smemorato come sua segretaria, senza potergli rivelare il loro passato. Sino a quando, una coincidenza, il rumore di un cancello che cigola... "Oh, Paula!" (si pronuncia Pola)...
Era il 1955 e la signora Ame' in dolce attesa verso' lacrime di commozione davanti a "Random  Harvest" (Prigionieri del passato, 1942) di Mervin LeRoy, con Ronald Colman e Greer Garson. Decidendo cosi' il nome da dare alla sua frugoletta in arrivo.
"Radom Harvest" in Italia non si trova, ne avevamo una copia in vhs Usa che non potevamo vedere. Sino a quando un gentiluomo ha acquistato di nascosto il dvd a Palo Alto, inserendo a sorpresa la scena chiave...
Ecco il momento clou in cui Pola rivede il fatidico "Oh Paula...". 
Piu' tifo da stadio che lacrime, come documenta l'immagine.  E vai... 

Le elezioni Usa viste da un top expert top secret


Per una volta...

Per una volta fidatevi di Bonz sr. Sono rimasto impressionato dall'analisi delle elezioni Usa "viste da dentro", che farebbe la gioia di tanti commentatori nostrani, ascoltata a fine cena, ad un evento riservato a San Francisco. Ero tra i pochi fortunati ma chi parlava, uno dei principali consiglieri di Al Gore nella campagna per le presidenziali 2000, ha chiesto che quel che diceva restasse off records.
Cosi' non posso citarlo, ma voglio condividere con voi alcuni spunti in ordine sparso. Come fossimo noi ad un dopocena.

Qui il resto del post

SORPRESA - Queste sono elezioni elettrizzanti per quanto sono a sorpresa. Solo un anno fa, tutti avrebbero detto che si sarebbero giocate sull'Iraq e che McCain tra i repubblicani era tagliato fuori. Oggi si parla solo di economia e McCain sembra il favorito tra i repubblicani.
HILLARY - E' sembrata a disagio, saltando nervosamente da un argomento all'altro. E questo gli elettori lo percepiscono. E pesa sulla campagna, malgrado una disponibilita' di 150 milioni di dollari. Per restare in corsa, dovra' vincere le sfide della settimana prossima (Ohio e Texas soprattutto, oltre a Rhode Island e Vermont). Hillary ha dimostrato di non avere la forza intellettuale di insistere su un tema, ad esempio cosa e' accaduto nel 2000 quando e' stato eletto un politico senza esperienza... (Bush ndr). 
NUOVI MEDIA - Sara' interessante vedere come la grande stampa raccontera' questi giorni decisivi. Ma le cose piu' importanti ormai vengono da nuovi media come i blog (ad esempio Volunteer Voters ndr), un contatto con gli elettori distretto per distretto, qualcosa di nuovo, che certo non avevamo nel 2000.
AL GORE - Ho lavorato con lui durante la campagna elettorale 2000, aveva quella sicurezza di se' e quella tranquillita' (che mancano a Hillary? ndr)... Per sette anni hanno continuato a chiedere perche' avesse rifiutato l'aiuto di Clinton. Ma perche' una cosa detta da Clinton...era una cosa detta da Clinton. E se contrastava col programma di Gore, beh quel giorno per la campagna era perso. E di cose cosi' Clinton ne diceva...
I CLINTON E I MEDIA - Bill e Hillary vivono una situazione di perenne conflitto con i giornalisti. E' dai tempi della presidenza di Bill che si sentono maltrattati dai media. Ma e' un conflitto di cui pagano le conseguenze. Non si puo' avere una campagna da 150 milioni di dollari e non organizzare e favorire il lavoro di chi ti deve seguire da uno stato all'altro, che deve rincorrerti su un'auto sua arrivare in una citta' e trovarsi lui l'albergo... dovrebbero capire che la maggior parte dei giornalisti non hanno pregiudizi negativi e cercano di fare bene il proprio lavoro. Ma se sei sempre aggressiva con loro, li trascuri, se decidi di dedicarti a loro solo a tarda sera, magari incontrandoli sul fondo dell'aereo e presentandoti stravolta e in maglione, e' rischioso e magari per la stanchezza ti scappano delle parole che non sono le piu adatte...
IL SUCCESSO DI OBAMA - E' riuscito a coinvolgere la gente come prima non era mai accaduto. Anche mio figlio piccolo dice: "Voglio Obama". Be io ho lavorato con Clinton, gli dico, vorrei avere ancora un lavoro..., di contro, Obama non ha il favore degli ispanici, che sono una componente importate dell'elettorato.
MC CAIN - Puo' giocare a suo favore la carta dell'esperienza, da contrapporre a candidati piu' giovani. Ma in un confronto con Obama dovrebe stare molto attento, perche' non e' facile attaccare un afroamericano. Un grande fatto internazionale potrebbe essere l'elemento in piu' che rafforzerebbe Mc Cain.
PACIFISTI - Sono stato ad una manifestazione a San Diego. La maggior parte di quelli che erano in piazza avevano votato per Nader  (Ralph, candidato di sinistra che ha tolto voti determinanti ai candidati democratici ndr) e pensavo che questi avevano sull'Iraq le stesse responsabilita' che ha Bush... (per averlo favorito ndr).
DEMOCRATICI - Penso sia arrivato il momento dei democratici. Per la situazione economica, la crisi dei mutui.. e' molto difficile che un repubblicano possa vincere.