domenica 28 dicembre 2008

L'avventura americana dei Bonzi.us in due pagine sul Giorno



Ultime notizie... edizione straordinariaaa!!!
"Da Sesto agli Usa alla ricerca di italiani di talento".
Due pagine dedicate all'avventura americana dei Bonzi.us, con foto e interviste a tutti noi, sull'edizione odierna del quotidiano Il Giorno, con richiamo nella prima pagina dell'edizione Sesto-Cinisello. Qui su Italiani di Frontiera la segnalazione e le due pagine del Giorno. 



Qui il resto del post

domenica 21 dicembre 2008

Capire ed aiutare gli altri con un sorriso: c'e' una strada diversa per un mondo migliore? Addio zio Mario



Ci aveva seguito con l'affetto di sempre anche mentre eravamo in America. Ed era stato il "decano" dei nostri contatti Skype oltreoceano: anche lui, a 82 anni, aveva voluto provare a parlarci via Internet.
Ieri sera zio Mario, fratello maggiore di nonna Gina, per me un secondo padre, se n'e' andato. Domani sarebbe stato il suo compleanno. Ricordare il suo stile composto, la sua straordinaria generosita' non e' abbastanza. C'e' molto altro.

Mario sapeva discutere pacatamente, con la dote, purtroppo rara, di riconoscere all'occorrenza gli errori di chi stava dalla sua parte o i meriti di chi la pensava diversamente. Incapace di sgomitare o alzare la voce, per profonda saggezza, non per debolezza.
Sempre pronto a capire ed aiutare con un sorriso, piuttosto che a chiedere aiuto, Mario ha anche dato una lezione, a noi che scherzavamo sul suo essere metodico e abitudinario. Affrontando, poco dopo il pensionamento come capo della vigilanza allo stabilimento Sava di Fusina, una sfida niente male, come dirigente in una fabbrica di vetro in Marocco. Imparato il francese, in un nuovo mondo cosi' diverso per cultura e tradizioni era riuscito a farsi amare come pochi, per la sua umanita' ed il suo senso di giustizia. Come quando sfidando consuetudini e privilegi, aveva sanzionato un caporeparto, che sicuro della propria impunita' era solito molestare delle operaie.
Resta il rimpianto di non esser riusciti a far pubblicare una storia alla quale teneva moltissimo, quella del suo recente, emozionante incontro dopo piu' di settant'anni, con un suo coetaneo di un paesino della Slovenia, a poca distanza da Caporetto (oggi Kobarid) dove lui era nato, trovato per caso grazie ad una vecchia foto in cui tutti e due comparivano il giorno della prima comunione. Storia di affetti intensi, capaci di superare le barriere del tempo ed i confini e lasciare un segno profondo, con la forza della semplicita'. Era un po' la sua storia.

giovedì 11 dicembre 2008

Indicare il futuro, senza sfera di cristallo ma con un mouse. Questo signore che lavorava vicino a noi l'ha fatto, 40 anni fa



L'anniversario e' dell'altro ieri ed e' stato celebrato con un evento all'Universita' di Stanford.
Il 9 dicembre 1968, Douglas Engelbart, ricercatore visionario (oggi ha 83 anni), realizzava a San Francisco quella che e' stata definita "la madre di tutte le presentazioni". Novanta minuti indimenticabili per i mille presenti, che indicarono il futuro.
Avete presente Hal 9000, il supercomputer di "2001 Odissea nello spazio"? Cosi', giganteschi e onnipotenti, si immaginavano negli anni Sesanta i computer del futuro.
Doug sul palco indico' un'altra strada, che avrebbe potenziato non l'intelligenza artificiale in mano a pochi, ma l'intelligenza collettiva. E azzecco' quasi tutto: connettivita', ipertesti, finestre sullo schermo... in mano non aveva una sfera di cristallo ma una scatola di legno con rotelle che aveva inventato lui (dopo aver provato comandi a pedale e a... ginocchio): il mouse
Doug era stato il fondatore dell'Augmentation Research Center dello Stanford Research Institute, dove lavorava,a Menlo Park, pochi chilometri da dove abitavamo noi, a Palo Alto.
Qui Doug oggi, in un video di Wired, qui l'evento celebrativo dell'altro giorno a Stanford.

domenica 7 dicembre 2008

Italiani refrattari a Internet 2 - Web in calo solo nel BelPaese



Internet gia' a ora di colazione, a casa dei Bonzi.Us.
Ma dobbiamo essere proprio controtendenza, a giudicare dal recente raporto Eurostat, riportato da Reuters nei giorni scorsi. L'Italia infatti sarebbe in coda alle classifiche europee quanto a web,  addirittura l'unico Paese ad aver registrato un calo, tra 2007 e 2008. 
Davvero incredibile, soprattutto per noi, che senza Internet la nostra aventura non avemmo potuto nemmeno immaginarla...
Qui il sommario

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lunedì 1 dicembre 2008

Il panzone su una Graziella turbo che mi ha fatto soffrire


La strada che da casa nostra a Palo Alto porta alla Stanford University, un panzone su una bicicletta improbabile e una bambina che arranca. Due incontri, una dura lezione.

Scena uno. Bimba caduta dalla bicicletta ad un incrocio, ginocchio sinistro e spalla destra sbucciate, qualche lacrima. 
Io e Pola la soccorriamo, il panzone su una specie di Graziella hi tech non si cura della bimba ma solo della sua bici a terra, oltre che del sacchetto appeso al manubrio. Ma e' sua figlia? Silenzio, la risposta probabilmente affermativa bisogna intuirla dallo sguardo. Strano tipo, non dico ringraziare...
Scena due, stesso incrocio qualche giorno dopo. Sto pedalando di buona lena, il panzone sulla Graziella viaggia, la ragazzina dietro arranca. 
E' questione di un attimo. Li' in fondo si intravede la torre di Stanford, ma davanti al dosso della strada io quasi mi fermo. Lui invece schizza come se avesse sentito la campanella dell'ultimo chilometro, sul rettilineo del traguardo. 
La Graziella hi tech deve avere un motorino nascosto perche' pesto sui pedali ma lui e' irraggiungibile. 
Mica facevamo la gara. Pero' mi secca. Mi era antipatico, il panzone sulla Graziella hi tech.
Dietro di lui la ragazzina arrancava. Pure lei irraggiungibile.

domenica 23 novembre 2008

Visita memorabile alla DreamWorks: in anteprima le immagini di Madagascar 2 e Monsters vs Aliens



Ora che Madagascar 2 e' uscito negli Usa e presto sara' sugli schermi anche in Italia, possiamo confessarlo: abbiamo avuto il privilegio di vedere alcune immagini in anteprima, sbirciando addirittura alcuni disegni originali di un film che uscira' solo nel marzo dell'anno prossimo: Monsters vs Aliens (qui il bellissimo promo).
Un'occasione unica, grazie ad un amico che ci ha ospitato nella sede di Redwood City, pochi chilometri da Palo Alto, della leggendaria DreamWorks, fondata da Steven Spielberg.
Luca Prasso, che assieme alla moglie Nadia (bravissimi fotografi, prestissimo saranno anche papa' e mamma... auguri!) ha ricambiato la visita... a casa nostra, e' uno degli Italiani di Frontiera incontrati e la sua intervista sara' pubblicata a giorni.
Intanto si e' guadagnato un premio da una giuria molto selettiva (Alessandro e Francesca B.): quello di Italiano di Frontiera piu' simpatico...
Di seguito, le impressioni di Francesca sulla visita a DreamWorks.
Qui la galleria fotografica.

Una delle persone intervistate da papa' in America che mi e’ rimasta piu' impresso, e stata Luca Prasso della DreamWorks. A seguire la sua intervista eravamo tutti noi della famiglia e grazie a lui abbiamo anche guadagnato una visita negli studios della Dreamworks, di cui Luca Prasso ci ha raccontato tutti i particolari e i segreti.
Abbiamo scoperto della miriade di persone che lavorano alla creazione di un film, come disegnatori, grafici, esperti di usi e costumi di epoche diverse, per fare ad esempio film come Shrek ambientati nel Medioevo, oltre a registi e specialisti per far compiere ai personaggi disegnati dei film movimenti piu realistici possibili.
Prima di andare alla DreamWorks sapevo che la produzione di un film del genere era un percorso complicato, ma non mi aspettavo assoutamente una cosa del genere!! Quattro anni per la produzione di un film e centinaia di persone impiegate! Dietro la realizzazione di ogni fotogramma c’e' un lavoro enorme che richiede la collaborazione di tantissime persone.
La sensazione che ho avuto e’ che ogni idea sviluppata all’ interno di quegli studios possa valere miliardi e per questo viene protetta quasi come fosse un segreto militare, tant’e’ che in molte sale non si potevano nemmeno scattare delle foto.
Un’ altra cosa che mi ha colpito molto e’ stata la sala conferenze, in comunicazione con quella della sede di Los Angeles. Il tavolo era attaccato alla parete di fronte da un lato e su quella parete veniva proiettata l’immagine della sala di L.A. In pratica, dava l’idea di essere tutti insieme al tavolo, nella stessa stanza.
Nonstante il giro turistico alla DreamWorks, rimane per me sempre un mistero come certe immagini dei film d’animazione possano sembrare cosi simili alla realta'.
F.

domenica 9 novembre 2008

Italiani refrattari a Internet e hi tech. Noi non facciamo testo...



Italiani refrattari al digitale, in coda nelle classifiche di navigazione pro capite nel web, denuncia un'inchiesta del Guardian, riportata in questo post di Italiani di Frontiera.
Come ben sa chi e' venuto a trovarci, noi siamo l'eccezione, alziamo la media hi tech ma forse per questo non facciamo testo...

martedì 4 novembre 2008

Bye bye Bush 11 - IT'S OBAMA DAY!!!!!!!!!!!








San Francisco Chronicle, New York Times, CNN, 5.36 ora italiana (negli Usa era ancora il 4 novembre).
L'America ha scelto Obama!




Bye bye Bush 10 - Obama graffiti a San Francisco

Graffiti a San Francisco: Obama sul marciapiede.

Bye bye Bush 9 - Obama near the door a San Francisco


Sulla facciata di una (gran bella) casetta nel quartiere di North Beach, San Francisco.

Bye bye Bush 8 - History in magnets


Magneti souvenir.
Da sinistra:
- "Ogni societa' che rinunci ad un po' di liberta' per guadagnare un po' di sicurezza non le meritera' e le perdera' entrambe" (Benjamin Franklin)
- "Se solo avessi un cervello!" (parodia da Il mago di Oz)
- "Amo il mio Paese odio i suoi capi"
- "Il mio Paese ha invaso l'Iraq e tutto quel che ho ottenuto e' stata questa benzina costosa".

Bye bye Bush 7 - Obama on the grass a Palo Alto


Davanti ad una casa di Palo Alto.

domenica 2 novembre 2008

Bye bye Bush 6 - Pop art candidates in Los Angeles


Barack Obama, Hillary Clinton, John McCain pop art candidates (Sarah Palin ancora non c'era....). 
Particolare da un murales a Los Angeles.

sabato 1 novembre 2008

Bye bye Bush 5 - La guerra non e' la risposta




"La guerra non e' la risposta", dice il cartello sul prato davanti ad una casetta di Palo Alto, a poca distanza da dove abitavamo noi.
Risposta in questo caso sta per soluzione...

Bye bye Bush 4 - Luna, gatti e uno sberleffo al presidente




"Da qualche parte in Texas un villaggio ha perso il proprio scemo".
Che sia un irriverente allusione al texano George W. Bush?
Porta di un'abitazione decorata, con gatti e luna a mosaico, in un quartiere signorile di San Francisco, poco distante da Haight Ashbury.

Bye bye Bush 3 - Tutte le svendite sono definitive



George W. Bush con la parrucca di uno dei
Three Stoogies , trio comico passato dal vaudeville al cinema e alla tv (qualcosa e' comparso anche in Italia).
A fianco, la scritta: "Tutte le svendite son definitive".
Esposto in un negozio di Mission Street, San Francisco.

Bye ye Bush 2 - Verita' sull'11 Settembre



"Verita' sull'11 Settembre".
"La Cia controlla tutti i principali media" (firmato William Colby, ex direttore della Cia).
Manifestazione qualche mese fa in centro a San Francisco.
Tocchera' a Obama far pulizia?

Bye bye Bush 1 - L'imperatore non ha cervello...

"L'imperatore non ha cervello". "Impeachment per quel figlio di Bush".
Oramai e' troppo tardi...

lunedì 27 ottobre 2008

Us Bizarre 10 - Unita' antiterrorismo sul pick up, perche' anche a San Francisco non si sa mai...



Da San Jose' a San Mateo a San Francisco, di pattuglia sul pick up. 
Polizia? No unita' antiterrorismo. 
Sara' anche il North California ma e' meglio non abbassare la guardia...

domenica 26 ottobre 2008

Us Bizarre 9 - A Google parcheggio riservato per le future mamme



Parcheggio speciale, davanti all'ingresso dell'azienda, riservato.... alle future mamme.
La foto insolita e' stata scattata davanti alla sede di Google a Mountain View. Dove l'attenzione per le esigenze dei dipendenti e' davvero particolare...

martedì 21 ottobre 2008

Us Bizarre 8 - Carburante alternativo all'odore di patatine fritte



Biodiesel innovativo ed ecologico made in Silicon Valley.
Una vecchia Mercedes alimentata ad olio vegetale da cucina di scarto. Emissioni non inquinanti ma non proprio innocue per il naso. L'odore e' quelle di patatine fritte, ovviamente...

lunedì 13 ottobre 2008

Us Bizarre 7 - North Beach, una figura inquietante sul terrazzo



Sullo sfondo la celebre Coit Tower che l'omonima signora fece costruire, simile alla lancia dei pompieri, in onore dei vigili del fuoco per i quali aveva una venerazione (battute e allusioni si sprecano).
In primo piano una figura inquitante, a ornare una terrazza niente male. In uno dei nostri quartieri preferiti di San Francisco, North Beach, tra locali italiani e fasti di Beat Generation...

Us Bizarre 6 - Non parcheggiate, ve lo chiedo col sorriso



Ci sono tanti modi di segnalare un divieto di parcheggio davanti al garage.
Questo, in una strada di San Francisco, e' davvero curioso e simpatico. Specie per chi e' abituato a veder affrontare le questioni automobilistiche a muso duro...

Us Bizarre 5 - Mangiare con sopra la testa una sfilza di moto d'epoca



A due passi dalla centrale Market Street, uno dei locali piu' bizzarri incrociati a San Francisco.
Eddie Rickenbacker's e' una sorta di istituzione, al 133 della 2nd Street.
Magari non tutti sono entusiasti della cucina e del servizio ma l'atmosfera e' unica.
E dove mai vi puo' capitare di bere qualcosa al banco o sedervi al tavolo del ristorante, sovrastati da una fantastica collezione di moto d'epoca appese al soffitto?
Andate da Eddie e resterete col naso all'insu'....

Us Bizarre 4 - Raccogliete i rifiuti dal cestino? Per favore pagate



Ma a chi puo' venire in mente di piazzare un cartello su un  cesto di rifiuti, chiedendo ironicamente ai poveracci che ci rovistano di pagare per quel che prendono? 
Qualcuno l'ha fatto, a San Francisco.

Us Bizarre 3 - L'inquietante "Mister J" al corso di Stanford



Una settimana di sofferenza, il corso di Final Cut Pro (programma Apple di montaggio cinematografico al computer) organizzato dalla Digital Media Academy a Stanford.
L'hanno fatto pure Ale e Fra ma a loro e' andata meglio, corso per ragazzi e filmetto (ben) montato da ognuno dei due alla fine, dopo aver fatto pure gli attori per le riprese.
Molto piu duro il corso per il vecchio Bonz.

Un po' per l'insegnante, veterano della Abc a Londra ma poco propenso a spiegare ai principianti. he tali poi non erano, tutto con una certa esperienza e molti anzi addirittura insegnanti esperti in audiovisivi. In classe poi un solo allievo non di madrelingua inglese (indovinate?). Eppoi poca pratica e tantissima teoria. Come se non bastasse, un faticoso filmato-saggio, che il maestro ha sbagliato alla fine a trasferire e quindi ho perso.
Ma la "cosa" piu' curiosa e' stato "Mister J" (nella foto), classico "capellone semicalvo", sandali e calzini bianchi, compagno di banco davvero strambo, che per una settimana ha seguito i corsi bofonchiando tra se' e se' ed emettendo ogni genere di rumore (vocale e gastrico). Pareva un gigantesco pupazzo da ventriloquo, non fosse che nessuno avrebbe osato l'azzardo igienico di infilargli una mano nella schiena sotto la sua maglia.
Ho contenuto a stento il disagio, sfociato in ansia quando ho sbirciato quale fosse il filmato che stava montando: un inquietante duetto tra un tipo con un costume da mascotte (orsacchiotto?) con sopra un camice bianco da dottore, ed un pupazzetto che teneva in mano e che sembrava sul punto di usare come cavia. Allegro come un incubo di Stephen King.
Alla fine "Mister J" si e' allontanato borbottando come sempre. Non so se ha finito il filmatino, di certo non ha passato il test finale. Io ho telato di buon passo. Lo ammetto, per un pregiudizio. Se fosse tornato a sfogare il suo malumore con un paio di Colt non mi sarei poi stupito...

Us Bizarre 2 - Vetrina "seriale" a Los Angeles



Quadro geometrico in stile Mondrian, due manichini-modelle, ripetute all'infinito da un gioco di specchi. All'ingresso di uno dei piu' bizzarri negozi visitati a Los Angeles.

Us Bizarre 1 - Vestita da panda nel caldo torrido "perche' le andava"




Mountain View, appena a sud di Palo Alto, celebre per ospitare la sede di Google. Una serata particolarmente torrida.
Nella via principale, una simpatica ragazza... vestita da orsetto panda.
Ma com'e' che una si mette in testa di indossare un costume con tanto di cappuccio e guanti di pelo (sintetico) in una giornata caldissima? Perche' le andava di farlo, e' stata la risposta. Prima di posare con un sorriso.
Domanda superflua, no? Colpa nostra, che siamo abituati a cercare la provocazione negli eccessi, e non ai simpatici eccentrici, che proprio ci spiazzano...

giovedì 25 settembre 2008

La strana coppia in California



Anche se non hanno mai sentito davvero "loro" questo blog, ci sono stati due protagonisti dell'avventura californiana, che meritano una galleria fotografica a parte.

Ale e Fra si sono mossi alla grande, non solo con l'inglese ma con le mille difficoltà che un'impresa come la nostra ha comportato.

Insieme hanno pedalato a scuola (a volte da compagni di classe) inserendosi senza problemi in poche settimane, insieme hanno conquistato un esercito "globale" di amici, oggi sparsi per il mondo. E si sono fatti onore, uno con il calcio, l'altra con il teatro.

Non è stata una vacanza per nessuno di noi. Ma un'avventura che in qualche modo non si è conclusa. Soprattutto per loro, che dovranno mettere a frutto in futuro questa esperienza impagabile. Ricordata qui con alcune immagini.

giovedì 11 settembre 2008

Us memories 5 - Sei mesi fantastici ma con molte rinunce



Sei mesi fantastici, intensi, un concentrato di stimoli, idee e incontri indimenticabili.
Certo che non sono state vacanze. E l'elenco di cose che avremmo voluto vedere o fare, anche dietro casa, ma alle quali abbiamo dovuto rinunciare e' davvero sterminato.
Da dove cominciare? Da turisti, mai stati a Napa Valley, cuore della viticoltura californiana, a Lake Tahoe, meta turistica montana per eccellenza, ed al bizzarro Hearst Castle. Per non parlare dei musei di San Francisco: non siamo stati nemmeno al Museo del computer di Mountain View, a pochi chilometri da casa...
Avrei tanto voluto tornare ad una cerimonia religiosa con canti gospel ma abbiamo appena potuto sentirne qualcuna da fuori, dopo che Ale la domenica mattina aveva giocato a calcio... e che dire dei Pow Wow, i raduni degli indiani d'America? Neanche, uno, con lo smacco di scoprire solo il giorno dopo che ce n'era stato uno proprio alla Stanford University, a pochi minuti da casa...
Simbolo delle mie personali rinunce,  il cinema retro' nel centro di Palo Alto, riservato a film d'altri tempi. In una giornata, due film di seguito dei fratelli Marx. E io niente, ero troppo impegnato. Mi sono dovuto accontentare dell'insegna, bellissima...

martedì 2 settembre 2008

Sviolinate
















  Il nostro blog ( piu' tuo in verita') e' bellissimo e guardandolo adesso dall'Italia ci emoziona ancora di piu'.
Sapendo di scaldarti il cuore ecco  un nostro piccolo contributo per il tuo compleanno.
 Auguri dalle tue tre "croci".
Pola, Ale e Francesca
 
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lunedì 1 settembre 2008

Inizio (in bellezza) di un nuovo anno

A proposito di scuola, siamo quasi all'inizio di un nuovo anno e non siamo ancora certi della nostra promozione...

E' arrivato il fatidico momento degli esami "di riparazione" dopo il soggiorno americano e ci stiamo dando dentro con lo studio( un culo...). Con latino, filosofia, italiano ( e greco per Ale) questi ultimi giorni di vacanza si stanno rivelando una vero e proprio party che sembra non avere mai fine. Dacche' l'esame era previsto per lunedi' 1 settembre, ora piano piano sta scivolando piu in la': la scuola si e' dimostrata piuttosto impreparata a questo genere di eventualita'. Infatti per domani 2 settembre Ale e' stato convocato per un giro di ricognizione a scuola destinato semplicemente a fissare la data degli esami mentre Francesca ha affrontato il primo esame di italiano che le ha causato non poche difficolta'.
Aspettando con fiducia e timore al tempo stesso la fine ultima di questa esperienza americana salutiamo i lettori e facciamo tanti auguri al Roby che oggi 2 settembre compie 53 anni.
Ale e Fra

Nuovamente in cattedra








Dopo sette mesi di assenza, grazie a cinque mesi di aspettativa e due di ferie " si torna" in cattedra.
I buoni propositi: all'inizio di ogni nuovo anno scolastico mi viene naturale pensare a qualche diversa strategia da usare in classe.
Cosa mi porto appresso da questa esperienza Usa?
Spunti di riflessione, tanti ma giusto per cominciare, puntero' su:
1) correttezza, non si copia (sanzioni pesanti ai trasgressori)
2) piu' valutazioni, anche in chiave piu' originale
3) stimolazione dello spirito critico (incoraggero' le domande che di norma scarseggiano)
4) un pizzico d'inglese scientifico in piu'.
5) rielaborazione e progettazione ( esagerata!)
Ho voglia di ricominciare e in questo mi riconosco nello spirito e nell'entusiasmo di Dolly insegnante di English Second Language for adults della scuola gratuita di Palo Alto.
Mi ha colpito in particolare il suo commento ai nostri affettuosi saluti e riconoscimenti
( l' abbiamo definita "The best teacher in the world").
Dolly ha semplicemente detto un po' imbarazzata che: " Teaching is the thing she likes more to do".
Qui sopra le foto di due appassionate insegnanti nel giorno della festa di fine anno, Dolly alla mia destra e Siddy a sinistra , insegnante ormai a fine carriera, appassionata di politica e di inni ( e' riuscita a farmi esibire in un assolo dell'inno di Mameli, sola davati a tutta la classe. A fianco una giovane studentessa giapponese, abile chef, aveva preparato una ottima crostata a stelle e strisce.

domenica 24 agosto 2008

Us memories 4 - Scopa, paletta e un sorriso che non si dimentica



Un pomeriggio, "K. & K", due ragazzine sui tredici anni, una bionda l'altra mora con lineamenti asiatici, hanno bussato alla porta presentandosi con scopa e paletta, offrendosi di fare pulizie in cambio di un piccolo compenso. 
Avevamo il garage e lo spazio antistante da sistemare, non dimentichero' mai la loro gioia quando ho promesso di dar loro dodici dollari. 
Si sono messe al lavoro di buona lena, hanno ripulito alla grande ottenendo un piccolo extra, oltre a un bicchiere di aranciata e dei biscotti, per spazzare anche una parte del giardino.
 Non so se venissero dal parcheggio per camper e case mobili all'incrocio  tra El Camino Real e la nostra strada, Los Robles, dove abitano buona parte dei meno ricchi di una zona estremamente agiata. 
Con un sorriso, mi hanno ricordato che i ricchi eravamo noi in quel momento (e quei dodici dollari, piu' o meno otto euro, per loro erano una somma niente male).  Che i ragazzini in America sono abituati come tutti a darsi da fare. E che anche nel cuore dell'hi tech mondiale, fra ville abitate da diversi milionari, c'e' chi se la passa molto meno bene.

martedì 19 agosto 2008

Us memories 3 - La vecchia "Mercedes Bonz", una vendita a tempo record su Craiglist e la storia toccante di Enrique che l'ha comprata



La vecchia Mazda, ribatezzata "Mercedes Bonz", ha accompagnato buona parte della nostra avventura Usa, metafora di un mondo dai confini sempre piu' labili.
Comprata da un giapponese e venduta ad un sudamericano, tutto via internet. Grazie al signor Craig Newmark. Imprenditore di Internet, e' sua la straordinaria idea di Craiglist , sito di inserzioni, scambio e compravendita, tutto rigorosamente gratuito, partito da San Francisco (coincidenza, la sede e' in Woodland Avenue, dove si erano trasferiti i nostri padroni di casa) e diventato fenomeno globale. C'e' gia' una sezione italiana e c'e' da domandarsi cosa accadra' a tanti quotidiani locali, quando la gente scoprira' che puo' cercare e trovare di tutto, compreso un lavoro, guardando finestre gratuite su Internet, invece di spender soldi per costose inserzioni che legge solo chi compra quel giornale.

Su Craiglist avevamo trovato il minivan Mazda prima ancora di arrivare negli Usa, acquistandolo da Roy, giapponese che lavora in una casa di riposo.
La vendita all'inizio di luglio ha battuto tutti i record, complice anche il prezzo stracciato (hainoi era partita la trasmissione, guasto serio specie per un 4 ruote motrici, ci hanno detto). Inserzione pubblicata alle 22.58, prima telefonata... alle 23! Si' due minuti dopo.
Nei venti minuti successivi, altre quattro chiamate. L'auto l'abbiamo venduta alle 11 del giorno dopo, quindi in 12 ore (notte compresa), al secondo potenziale acquirente venuto a vederla.
Enrique un ragazzone sudamericano, si e' presentato nella piccola Los Robles Avenue con una bisarca, il camion portavetture, per caricare su l'auto.
Un modulo da compilare e un foglietto da spedire per posta e fine. Cosi' si comprano e vendono le auto negli Usa. altro che Motorizzazione...
Beh, al momento di concludere, Enrique si lascia andare a uno sfogo, che credo non dimentichero' mai piu'.
"Perche' mi predo un minivan? Credo sia perche' era quello che sognavamo, quando avevo una famiglia. Ero sposato, con un bimbo di quattro anni. Un giorno e' andato al ristorante con la mamma e la nonna. Ed e' morto, soffocato da un pezzo di carne. Sotto i loro occhi. Hanno provato di tutto, non c'e' stato niente da fare. Con mia moglie abbiamo tentato di smentire le statistiche, che dicono che quando capita una tragedia del genere la coppia non regge e si separa. Non ce l'abbiamo fatta. Ci siamo separati. Ecco perche' adesso che sono solo mi prendo un minivan".
Con Enrique abbiamo pure fatto la foto ricordo, prima di dire addio alla vecchia Mazda. Lui e' un patito di Eros Ramazotti e credo fosse l'unica cosa che conosceva dell'Italia. Vorrei mandargli un cd, se ritrovo il suo indirizzo.

mercoledì 13 agosto 2008

Us memories 2 - La bianca cassetta della posta e la bandierina tricolore



Karen e Mike, i nostri padroni di casa a Palo Alto in Los Robles 970 ci hanno inviato la fotografia della "nostra" mail box: l'ultima traccia del nostro fugace passaggio: mail box con piccola bandiera italiana (ricavata da tre tovaglioli).
Ci siamo inteneriti molto a guardarla e un fiume d'immagini ci sono passate davanti: la Mazda guidata con attenzione per attraversare il ponticello senza scaraventare la cassetta nel fosso o decapitare i tubi per l'irrigazione (cosa che invece io ho fatto). 
 Ma anche l'esercito di studenti col caschetto, che in bicicletta passavano davanti a casa ogni mattina per andare alla vicina scuola.  Infine, tutti gli amici che ci sono venuti a trovare e che davanti alla bianca cassetta sono passati sorridenti ed eccitati quanto noi.
Ci siamo anche ricordati di un altro viaggio in California, 1988, e di un'altra mail box (oggi e' nella nostra cucina) che amici di Venice ci avevano regalato, decorata da uno di loro, artista, che oggi non c'e' piu'. Non era stato facile spiegare alla polizia di frontiera perche' tornavamo in Italia con una cassetta della posta...
Grazie Karen e Mike. Per averci intenerito e anche per aver tenuto la bandierina alzata, in nostro ricordo.
Pola
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mercoledì 6 agosto 2008

Us memories 1 - Sulla tomba del conte bellunese sopravvissuto a Little Big Horn



Nelle ultime due settimane Usa sono riuscito finalmente a scoprire dove stava ed a rendergli omaggio, visitando per due volte il cimitero dove si trova la sua tomba. 
Dopo tutto,  la nostra avventura e' un po' partita dalla scoperta di Carlo Camillo di Rudio (1832-1910) e delle altre fantastiche storie di italiani del West scovate con fiuto da Cesare Marino, amico impagabile e antropologo allo Smithsonian Institution, che ha ispirato parte del nostro progetto.
Qui trovate un profilo di Cesare. 
Il cimitero militare e' quello del Presidio, con Mission Dolores uno dei primissimi avamposti di San Francisco. 
Un display elettronico permette di individuare i nomi dei soldati sepolti. Con qualche fatica, visto che  quello del conte e' americanizzato in Charles DeRudio. 
Il Golden Gate Bridge e' a poca distanza, il vento fa sbattere i cordoni delle bandiere sui pennoni. Poi silenzio assoluto. Mi sono proprio emozionato.

venerdì 1 agosto 2008

Back home to S. S. John. Ma l'avventura dei Bonzi.Us non e' finita


Ebbene si'. una decina di giorni fa abbiamo dato l'addio (arrivederci?) a Palo Alto e alla California. 
British Airways ci ha fatto la grazia, non facendoci pagare l'extrapeso degli extrabagagli, che temevamo non avrebbero fatto alzare in volo l'aereo. E dopo le ultime frenetiche ore (ultima videointervista a tre ore dalla partenza, giornata di fuoco per impacchettare e spedire per posta quel che proprio non ci stava in quei "miserabili" sedici colli), siamo partiti. E arrivati. Malpensa-Milano-Sesto San Giovanni. Con che accoglienza lo vedete nella foto: dopo gli amici dei ragazzi che chi hanno salutato stappando una bottiglia, palloncini e scritte sulla porta grazie a Maria (nella foto con Umberto), amica che ci e' stata vicina anche quando a  separararci sono stati non tre metri da porta a porta ma un oceano e un continente. 
"Appena" sei giorni per riavere Internet, grazie a Fastweb che ha gentilmente ceduto a Telecom il numero di telefono che avevamo da 22 anni, gia' rivenduto, (il nuovo e': 02-36539797). 
Ma l'avventura dei Bonzi.Us prosegue. Le ultime settimane Usa sono state intensissime, aspettatevi valanghe di immagini e riflessioni, che in quei giorni non abbiamo avuto il tempo di inserire... 

mercoledì 16 luglio 2008

Party post- graduation a casa Habib, ecco le foto



Dopo la Graduation alla Gunn High school, alcuni neodiplomati si sono riuniti al party organizzato da Simona e Isaac Habib, genitori di Nathan, a casa loroUna decina di ragazzi "graduati" per i quali Simona aveva preparato una simpatica collana colorata per celebrare l' evento. Al pranzo, oltre che ai genitori dei graduati( tra cui il solito papa'-razzo dal cui blog e' possibile accedere alle foto del party), erano presenti anche due ex coach di basket di Nathan Habib, che insieme al resto degli invitati hanno potuto godere dell'ottimo e abbondante cibo preparato per l'occasione. Per concludere in bellezza due buonissime torte celebrative che hanno chiuso degnamente la festa. 
Qui la galleria fotografica.

venerdì 4 luglio 2008

Gay Pride, allegro sfoggio di trasgressione. Una parola che qui vuol dire un'altra cosa



Queste immagini se volete potete risparmiarvele. Sono quelle del Gay Pride, la giornata dell'orgoglio omosessuale  che domenica scorsa, com'e' tradizione nelle ultime domeniche di giugno, travolge il centro di San Francisco in una confusione di colori e di ruoli sessuali. 
A qualcuno danno fastidio, a cominciare dai nostri ragazzi. Ma si capisce, l'ambiguita' sessuale e' una delle cose che piu' disorientano un adolescente, nella fase delicata in cui sta definendo la propria personalita'. 
Per noi ha avuto un significato diverso, questa trasgressione esibita e portata all'estremo, che un po' stordisce. Perche' l'abbiamo confrontata con quel che significa in Italia trasgressione, parola tanto abusata quanto svilita nel significato. Associata in genere a qualcosa che deve dare scandalo e provocare gli altri, o a comportamenti smodati, tipo sballo. 
Qui invece tutto riguarda l'estensione all'estremo della liberta' individuale e della tolleranza nel rispetto altrui: posso vestirmi nel modo piu' pazzo, oppure girare nudo. E non do fastidio a nessuno. 
Un pizzico di autoironia non guasta e sdrammatizza i comportamenti piu' estremi, tutto diventa piu' leggero. Proprio come alla bizzarra corsa Bay to Brakers, trionfo di eccentricita'. Non sempre e' stato cosi', questa citta' ci e' arrivata a prezzo di battaglie e sacrifici. Ma con il retroterra culturale ideale.  
Perche' questa non e' America, e' San Francisco.
Qui la galleria fotografica.


venerdì 27 giugno 2008

Faggin, Ame', Cavalli Sforza: Pola tra due poli












Perfettamente a mio agio o quasi tra due miti della scienza: alla mia destra Federico Faggin, uno dei padri del microchip e alla mia sinistra Luigi Luca Cavalli Sforza, genetista di fama mondiale.
Come sempre ammicco piu' a sinistra...

L'occasione indimenticabile, una cena a casa di Dina e Adalberto Viggiano, veterani italiani di Silicon Valley, che abbiamo avuto la fortuna di conoscere alla cerimonia dei diplomi della Gunn High School, dove la loro nipote Emily, figlia di Frank, ingegnere Cisco, e' stata una dei tre studenti premiati come migliori del corso fra i 400 diplomati.

giovedì 26 giugno 2008

Balli karaoke, ipnotizzatore... e un cinquantone vinto alla festa della Graduation su una portaerei a Oakland



Dopo l' emozionante cerimonia della Graduation, i seniors della Gunn High School hanno celebrato il loro addio alla scuola superiore in una notte molto particolare. 
Un'enorme nave, probabilmente una portaerei attendeva gli studenti nel tenebroso porto di Oakland. All' interno, cibo e bevande a volonta', giochi (ho vinto 56 dollari acchiappando al volo in una cabina di vetro in un turbinio di banconote false anche tre vere... tra cui un cinquantone), karaoke e dance. 

Tuttavia, il momento clou della serata e stato l' arrivo dell' ipnotizzatore. 
Una ventina di volontari, tutti studenti della Gunn si sono sottoposti a questo delicato trattamento, in un mix di curiosita' e scetticismo. Dopo 5 minuti di ipnosi il pubblico era a bocca aperta: l' ipnotizzatore era realmente riuscito a '' prendere il controllo della mente'' dei volontari che obbedivano a qualsiasi suo comando. 
Un volontario abbastanza sovrappeso ha addirittura incominciato a fare flessioni su una mano, nel tentativo di obbedire al comando: " Now you are Rocky Balboa". 
Una ragazza invece era sul punto di togliersi i vestiti di dosso, convinta di essere Britney Spears durante un concerto, sotto gli sguardi esterrefatti ma divertiti dei suoi amici. Una volta risvegliati tuttavia, nessuno tra le "cavie" ricordava nulla. 
La serata stava rapidamente volgendo al termine e dopo altri 15 minuti di dance e consegne di premi vari, il ritorno a casa. Alle 5 del mattino.
Ale

lunedì 23 giugno 2008

Gradass.Us: intervistato in inglese, forse ora ho capito cosa ci sto a fare qui



Veder le cose dal di fuori aiuta. Noi tentiamo di farlo, raccontando la nostra avventura in California.
Poi capita che un imprenditore e amico (grazie Franco!) ti chieda un'intervista in inglese per il sito della Business Association Italy America, con tanto di foto e logo Italiani di Frontiera.
E che dalle risposte finalmente cominci io stesso a capire che ci sto a fare qui.
Qui il link al post su Italiani di Frontiera che rimanda all'intervista.
Di seguito la traduzione in italiano.

Ecco il testo dell'intervista.

- Un paio di mesi fa ho ricevuto una email da Roberto Bonzio che mi chiedeva un'intervista. Roberto mi diceva che era qui a Silicon Valley per alcuni mesi per un progetto sugli italiani.
Dopo poche email abbiamo fissato un appuntamento e pochi giorni dopo ci siamo incontrati nel mio ufficio. Abbiamo parlato per due ore delle mie esperienze negli Usa e della mia azienda, Novedge. Un paio di giorni dopo Roberto ha pubblicato l'intervista sul suo blog, Italiani di Frontiera. L'ho letta e sono rimasto stupito nello scoprire quanto Roberto fosse stato capace di cogliere dalla nostra chiacchierata. Malgrado avesse preso pochi appunti, aveva capito tutti i particolari del nostro sistema online e delle nostre strategie, cosi' come i punti di forza e di debolezza della nostra azienda.
Impressionato dalle capacita' professionali di Roberto, sono diventato un avido lettore del suo blog, scoprendo una miniera di articoli, storie e persone interessanti. Pur non essendo io stesso un giornalista, ho voluto restituire il favore a Roberto invitandolo cosi' ad essere intervistato sul blog di Baia. Ecco le mie domande e le sue risposte.
- Roberto ci puoi dire qualcosa di te e della tua professione?

Sono nato a Mestre Venezia, ho iniziato a lavorare cone cronista al quotidiano di Venezia Il Gazzettino, come mio nonno Roberto, mio padre Giovanni "Gibo" e oggi mio fratello Giampaolo. Nel 1986 sono andato al Giorno, quotidiano nazionale di Milano, passando a Reuters nel 2001. Essere intraprendente ed anticonformista spesso non e' d'aiuto, lavorando in Italia, anche nei media. Ho avuto piu' occasioni con reportage in giro per il mondo per delle riviste. Poi ho trovato in Reuters una fantastica occasione per del buon giornalismo ed una prospettiva internazionale. E nel web l'ambiente ideale per la mia disordinata curosita'. Che va dai film (mi sono laureato all'Universita' di Venezia in Storia del Cinema con una tesi su Harpo Marx), alla musica (suono un sacco di strumenti, non potete credere quanti e quanto male), rugby. E nuovi media.
- Cos'e' il progetto Italiani di Frontiera e come ti e' venuta quest'idea?

Meno di un anno fa, stavo solo tentando di immaginarmi come poter "sopravvivere" come giornalista freelance in aspettativa negli Usa, con mia moglie Pola insegnante di Scienze ed i figli (Alessandro 18, Francesca 16, ora felici studenti alla Gunn High School). Sapevo poco degli italiani della Baia. Tre email hanno cambiato il mio modo di vedere (e speriamo la mia vita): da Matteo Daste (Baia), Jeff Capaccio (Sviec) e Paolo Marenco (Silicon Valley Italian Study Tour). Ho capito dalle loro impegnate risposte che c'era una grossa storia che aspettava di essere racontata. E che questo era il momento giusto (non solo per il Super-Euro), in un fiorire di iniziative (Baia, Sviec, Mind the Bridge) ed anche il coinvolgimento dell'ambasciata Usa. In Italiani di Frontiera sto intervistando imprenditori, ricercatori, ingegneri. Alcuni giovani arrivati da poco, alcuni veterani che hanno fatto cose straordinarie, come Federico Faggin, Roberto Crea ed Enzo Torresi. Sono una miniera d'oro di ricordi, iniziative, sfide. Ancor piu' preziosi sono i loro pensieri e commenti critici sull'Italia, i suoi pregi ed i suoi difetti. Ora un blog, poi un sito web interattivo con video, Italiani di Frontiera diventera' un libro in Italia, sponsor il Centro Formazione Management del Terziario, per l'editore Francoangeli. E in testa ho molto altro ancora...
- Dopo aver trascorso un po' di tempo a Silicon Valley, come' cambiata la tua opinione sull'America e il modo di vivere americano?

Ero venuto la prima volta negli Usa 30 anni fa da giovane autostoppista. All'epoca questo era un altro mondo rispetto all'Italia. Furono le automobili enormi ed i comportamenti stereotipati a colpirmi maggiormente. Oggi le auto sono piu' piccole, sono ancora colpito da standardizzazione e prevedibilita' nella vita quotidiana. A volte mi sembrano divertenti, altre noiose. Ma capisco che queste regole rigide sono una base fondamentale per un Paese nulticulturale e multietnico. Nel frattempo, l'Italia e gli italiani sono diventati piu' standardizzati e stereotipati, dopo anni di piatto consumismo ed edonismo idiota, alimentato da una sovraesposizione di modelli televisivi. Ma a loro mancano quella base di regole e di senso civico, molto forti qui. Abbiamo ancora un senso della qualita' della vita, in termini di amicizia, cibo, bellezza. Mente a volte ho la sensazione che una parte dello stile di vita americano, nella sua rincorsa al successo, abbia ancora l'obbiettivo di fare soldi per esibire soldi e simboli dei soldi. E dopo... cos'altro?

- Dopo aver intervistato cosi' tanti "italiani" hai trovato qualche sorta di retroterra comune o archetipi condivisi?

Si', sicuramente. E piu' forte di quel che mi aspettassi. Forse per secoli ci siamo dovuti arrangiare e sopravvivere come individui di fronte a imprevisti. E le nostre radici classiche, molto piu' profonde di quanto ci rendiamo conto e ci ricordiamo, sono la base migliore per l'apertura mentale. Italiani laureati in antiquate Universita' italiane qui agiscono in modo fantastico. Molti di loro mi hanno detto che sentono di avere una speciale capacita' di risolvere i problemi al di fuori degli standard meglio degli altri. Qualcuno pensa addirittura che si possa riconoscere un software "fatto da italiani" per un tocco particolare di creativita' ed estetica...

- Una volta tornato in Italia, pensi che riuscirai a comunicare o condividere la tua esprienza?

Se non ci riusciro' la colpa sara' soltanto mia. Perch'e penso che i contenuti ed i pensieri espressi dagli Italiani di Frontiera abbiano un valore eccezionale, per quello che dal mio punto di vista e' oggi l'Italia. Cosi' tanti obbiettivi straordinari raggiunti grazie a italiani da ricordare, mente il Paese e' drammaticamente smemorato. E cosi' tanti esempi da studiare e seguire, nel lavorare sodo, in creativita', coraggio, sfida nella competizione globale, da parte di imprenditori e aziende. Per lo piu' ignorati, in un Paese rincretinito da polemiche locali e pettegolezzi idioti. Una nazione di emigranti, che ora pretende di isolarsi e di proteggersi, invece di sfruttare piu' ampiamente i propri talenti. Apriamo porte e finestre all'aria fresca, in Italia! Piu' web, piu' dimestichezza con l'inglese. Piu' modelli positivi per i giovani. Maggiori opportunita' per le idee ispirate. E piu' sguardi sull'estero, anche sugli Italiani della Baia!

- La comunita' italiana in California e' molto frammentata. Soltanto adesso gli Italiani cominciano ad esser consapevoli di far parte di una comunita', traendo vantaggio da questo. Cosa possono fare associazioni come Baia ed altre istituzioni come il Consolato italiano in questa direzione?

Possono agire con maggior forza, per costituire qui una comunita' potente. Ma penso davvero che in questo, incontri ed attivita' di collegamento debbano essere sostenuti da un forte sforzo culurale. Questo significa innanzitutto sapere quello che gli altri italiani stanno facendo qui. Poi essere consapevoli di quanto possa essere forte il loro contributo ed esempio non solo reciprocamente ma per il loro Paese. Le opportunita' per fare affari non sono abbastanza, abbiamo bisogno di un'attenta riflessione. Sulle doti che hanno consentito ad italiani di agire qui in modo fantastico: apertura mentale, improvvisazione, gusto estetico ecc. E di una riflessione critica su cosa sia d'ostacolo in Italia nel modo di fare impresa. E' uno sforzo culturale perche' dal mio lavoro emerge che cattive abitudini e tradizioni distorte (ad esempio l'estendere la famiglia alla gestione aziendale) rappresentano per l'Italia delle catene piu' gravose di un'infrastruttura antiquata e della mancanza di finanziamenti.

- Tornerai in California con un nuovo progetto?

A dire il vero sono pronto a restare... Scherzo (ma non troppo). Alla fine di luglio devo tornare a Reuters a Milano e finire il mio lavoro sul progetto. Per me e la mia famiglia sarebbe un sogno tornare per restare. Ci sono un sacco di argomenti e collegamenti sui quali lavorare, tra lItalia e la Baia. Potrei avere altri dieci progetti "start up" in testa, come una web radio, che richiedono temo un venture capitalist... perche' quest'avventura e' stata sinora autofinanziata a fatica. Un buon investimento per me, mia moglie e soprattutto per i miei figli teenager, nella loro esperienza internazionale di apertura mentale alla Gunn High School (mentre Ale, bomber del calcio, ha segnato 18 gol in 7 partite con gli Stanford Earthquakes...). Un nuovo progetto e' gia' parte di Italiani d Frontiera. Ho chiamato Italindiani alcune straordinari italiani nel West, scoperti dal mio amico Cesare Marino, antropologo alla Smithsonian Institution ed uno dei piu' eminenti esperti di nativi americani. Quasi sconosciuti sia qui che in Italia, meritano un libro a parte, poiche' hanno dato prova nei secoli scorsi dello stesso coraggioso spirito di Italiani di Frontiera, di cui tutti noi abbiamo bisogno per sfidare la Frontiera Gobale del Ventunesimo Secolo.
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Voglio ringraziare Roberto Bonzio per aver trovato il tempo per fare quest'intervista e per il lavoro incredibile che ha ha fatto in un periodo cosi' breve esplorando la comunita' italiana locale in cosi' poco tempo e mettendo in luce una lista inaspettatamente lunga di imprenditori, ricercatori e personaggi influenti.
Franco Folini

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Commenti

- Congratulazioni Roberto! La vibrante passione che metti nel tuo lavoro e molto palpabile, come e' ovvio il tuo talento nel trovare storie che "avevano bisogno di essere raccontate".
Ma soprattutto sono rimasto impressionato da una dichiarazione molto personale, che non e' facile sentire da italiani, io almeno non l'ho mai sentita: "Se non ci riesco, la colpa sara' soltanto mia"...
Non ho mai pensato di farmi un tatuaggio, ma se mai un giorno lo faro', questa frase sarebbe una buona candidata a comparire... Grazie.
Giorgio Ghersi (fondatore ed ex direttore di Baia ndr).

- E' stato un piacere incontrare Roberto alla Apple per un'intervista. Il suo retroterra e' affascinante e spero riesca a raggiungere un obbiettivo cosi' interessante: raccontare in un libro la storia di Italiani a Silicon Valley.
Cosa verra' dopo? un documentario? Sono qui per questo, visto che fare la cineasta e' il mio mestiere. Come ho detto a Roberto, e' dalla fondazione di Sviec nel 2004 che sto tentando di promuovere la realizzazione di un documentario del genere. Cosi' spero che i nostri percorsi si incrocino nuovamente. Ho molte ore di registrazioni di presentazioni ed interviste con alcuni di questi "fondatori di Silicon Valley" che potrebbero essere ben integrati nelle dimensioni di un documenario... ora si tratta solo di trovare uno o due sostenitori che credano in questo progetto... Grazie!
Enza Sebastiani (filmmaker e consulente Apple ndr).

- Milano, un giorno di pioggia, le 13 del 24 ottobre 2007. E' stato il momento del mio primo incontro con Roberto Bonzio, che all'epoca "sognava la California". In quell'incontro ho cercato di fornirgli una prima immagine di quel che stava succedendo in questo ponte tra Italia e Silicon Valley a partire dalla mia fantastica rete creata dal primo Silicon Valeey Study Tour nell'agosto 2005... SVIEC, Baia, Partnershop for Growth, poi Mind the Bridge, 1GN, Italian Angels for Growth e La Storia nel Futuro... abbiamo fatto un gran lavoro, che non dev'essere perduto. Grazie a Roberto, per averne scritto, con la sua grande penna!
Paolo Marenco

- Ciao Roberto Mi fa piacere sapere quanto vada tutto bene per voi. Prometto di comprare il libro! Saluti a te e la tua famiglia.
Mary Browne (manager Aer Lingus Milano ndr)