venerdì 30 maggio 2008

Fairmont Hotel a Nob Hill: un pezzo di storia, anche del cinema



Vi pare di aver gia' visto da qualche parte questa sontuosa hall di albergo? E' quella deFairmont Hotel di San Francisco, sulla collina di Nob Hill, sempre elegante, un tempo dimora di tutti i ricchissimi di una citta' sorta in poco tempo sulla scia della corsa all'oro.
Ci sono stato per una conferenza, non potevo non scattare qualche foto, visto che questo hotel rappresenta un pezzo di storia, anche del cinema, per la quantita' di film che ci hanno girato. A cominciare da "L'inferno di cristallo" e "La donna che visse due volte" d Hitchcock, uscito proprio mezzo secolo fa.
In questo hotel, Orson Welles e William Hearst si incontrarono in un ascensore poco dopo l'uscita di "Quarto Potere" (Citizen Kane), considerato il piu' bel film della storia del cinema, in cui il giovane regista prodigio all'esordio si ispiro' impietosamente alla figura dell'imprenditore prodigio, all'epoca anziano e non piu' onnipotente, che solo per un soffio non riusci' nell'intento di impedirne l'uscita (come racconta il bel film "RKO 281"). 
Welles, dice la didascalia delle foto esposte al Fairmont, invito' Hearst ad un cocktail ma questi non accetto'.
Le foto del Fairmont ricordano i film girati qui ed i trascorsi illustri di Nob Hill. Dove abitarono tra gli altri i Big Four (da non confondersi con i Fab Four, i Beatles), i quattro magnati delle ferrovie che accumularono ricchezze immense, tra i quali Leland Stanford, che dedico' il proprio patrimonio all'omonima universita' intitolata al figlio, morto di tifo da ragazzo mentre era in viaggio in Italia. 
Da queste parti abito' pure Enrico Caruso, che come ricorda la didascalia al Fairmont, canto' per le strade d San Francisco all'indomani del terribile terremoto del 1906 per far coraggio ai sopravvissuti ed ai soccorritori al lavoro.  

sabato 24 maggio 2008

Galleria di ritratti al party di Matteo, compagno di scuola di Pola che torna in Italia



La festa cosmopolita di arrivederci per Matteo, compagno di scuola marchigiano nel corso d'inglese di Pola che torna in Italia, e' stata ieri sera occasione per realizzare una piccola galleria di ritratti.
Gente simpatica, di ogni eta' e di ogni provenienza.

mercoledì 21 maggio 2008

Dedicato a Gabriella e alla sua passione per i ponti



Gabriella ama i ponti. E non c'e' da stupirsi. 
E' stata nostra gradita ospite, da Milano. E qui ha trovato ponti mica male: Golden Gate, Bay Bridge, Bixby Bridge a Big Sur... e il ponticello di casa nostra, Los Robles Avenue, dove lo mettiamo? 
"Bridge over troubled water", una delle mie canzoni preferite (qui il video) e' un inno all'amicizia e alla disponibilita'. Un ponte per unire due opposti, gettato di slancio verso gli altri. Uh se ce n'e' bisogno... cosi' si dovrebbe essere! E lei un po' e proprio cosi'.
Qui la galleria dedicata a Gabri.

lunedì 19 maggio 2008

Bay to Brakers a San Francisco: correre in costume o nudi per ridere delle convenzioni



Bay e' la Baia, Breakers le onde che si infrangono, sulla spiaggia dell'Oceano.
 Cosa spinge ogni anno migliaia di persone a correre i dodici chilometri della Bay to Breakers, sui saliscendi di San Francisco, dalla Baia all'Oceano Pacifico, tutti assieme, campioni internazionali,  podisti dilettanti piuttosto allenati, e un esercito di bizzarri buontemponi con ogni tipo di costume, alcuni completamente nudi? 
Domenica eravamo li' ed abbiamo scattato diverse foto dell'incredibile manifestazione.
 Qui una galleria. 
Attenzione: ci sono alcuni nudi integrali. Molto, molto piu' innocui e innocenti delle immagini maliziose e scollacciate ai quali i bambini italiani sono ormai assuefatti da pubblicita' e tv.

Le immagini potete giudicarle da voi. Tentare di spiegare lo spirito di un happening del genere e' difficile. Ma ci proveremo. 
Le origini della gara risalgono al 1912, quando l'evento che doveva mescolare agonismo e goliardia fu creato per risollevare lo spirito di una citta' ancora provata dal terribile terremoto che nel 1906 l'aveva semidistrutta. Corsa piu' longeva del mondo, dice wikipedia, visto che e' stata effettuata ininterrottamente dalla nascita, anche se durante la seconda guerra mondiale arrivo' a contare appena una cinquantina di partecipanti.
La gara comprende persino una sfida tra "centopiedi", concorrenti cioe' che gareggiano legati in gruppi di almeno tredici componenti. Durante il percorso ed alla fine musica di ogni genere, per quella che e' piu' una festa che una gara. 
Cosa si festeggia? Forse la rottura di barriere e tabu'. Ma allegramente. Fantasia e umorismo nei costumi, qualcuno con un messaggio d'impegno sociale: come non ammirare una stoica ecologista che s'immola correndo per dodici chilometri con un pesante costume di erba finta, per fare appello all'energia pulita? 
E non c'e' nulla di meno sensuale e provocatorio che vedere dei podisti (talvolta attempati) arrancare completamente nudi.
 Abituati come siamo a leggere la nostra quotidianita' con parole chiave quali polemica, provocazione e scandalo, si resta disorientati d fronte a questo modo allegro di prendersi in giro e di mostrare il proprio corpo. 
Senza intenti esibizionistici, tanto meno provocatori. Per il gusto libertario e un po' infantile di rompere per un giorno una convenzione. Ma col sorriso, senza slogan e musi duri. E senza dar fastidio a nessuno. In una citta' che dalla Beat Generation al movimento hippy, dall'avvento del personal computer a quello di Internet, e' stata capitale della tolleranza e culla di tutte le pulsioni libertarie. Capaci di rompere gli schemi del pregiudizio e aprire nuovi spazi di espressione allo spirito umano. Senza mai prendersi troppo sul serio.

Alcuni dei ragazzi del Fermi, che non ho dimenticato

Via mail mi è arrivata una foto scattata durante i festeggiamenti del mio ultimo giorno di scuola, prima della partenza per gli Stati Uniti, con alcuni ragazzi del Liceo Tecnologico Fermi di Desio.
Mi sembra un secolo fa. Avevo la testa un po' confusa per le manifestazioni di affetto, gli occhi lucidi per l'emozione, un po' di senso di colpa per il dovermi allontanare dai miei ragazzi sulla dirittura d'arrivo.
Con alcuni miei studenti, e con Alberto, il collega che ha preso il mio posto in questi mesi, ho mantenuto i contatti. E spero proprio che i ragazzi delle quinte S, T e U facciano bella figura in sede di esame.
Grazie a Sara, che ha immortalato un momento magico e commovente della mia vita.

sabato 17 maggio 2008

Il dodicesimo gol di Ale per gli Stanford Soccer Club Earthquakes

Dodicesimo gol in quattro partite per Ale, negli Staford Socer Club Earthquakes. Un attento videoamatore ha immortalato la scena, che trovate pure su YouTube , ma a bassa definizione. Purtroppo non e' esattamente un primo piano ma una suggestiva panoramica...
Qui il sommario

Qui il resto del post

giovedì 15 maggio 2008

Sorpresa! Una star di Hollywood proprio dietro casa Bonzi.Us



Ma come, state da mesi in California e manco uno straccio di star di Hollywood? 
E' arrivato il momento del riscatto.
Guardate bene quest'asino (quello in centro): non vi pare di conoscerlo? 
Avanti, un piccolo sforzo... zampe corte, criniera a spazzola... compagno d'avventure di un colosso verdastro... Ebbene si' e ' proprio lui: l'asino di Shrek. O meglio, l'animale in carne ed ossa che ha ispirato gli autori del celeberrimo film di animazione. Attenzione: non solo nel disegno ma persino nella personalita'!
Qui il video.
L'asino al centro della foto si chiama Pericle ma per tutti e' Perry. Sta in un ampio recinto a poca distanza da casa nostra a Palo Alto nel Barron Park, assieme ad uno scorbutico compagno di nome Miner Forty-Niner (Niner, ennesimo omaggio ai cercatori d'oro del 1849).  Inutile dirlo, e' una celebrita'.
E' nostro vicino di casa ma la sua storia l'abbiamo scoperta solo ora. E potete leggerla nei particolari qui
Perry vive da tempo in questo piccolo parco, dove negli anni della guerra uno studioso olandese, Cornelis Bol, fuggito alla persecuzione nazista per riparare come ricercatore a Stanford, era arrivato con la numerosa famiglia, comprando una fattoria. 
Quella presenza di animali, tra cui alcuni asini che i bambini della zona potevano cavalcare, e' diventata una tradizione sopravvissuta ai Bol, cui e' intitolato il parco adiacente. E mentre tutta la zona si trasformava da area agricola in cuore dell'hi tech mondiale, quegli asini sono rimasti un'attrattiva per i bambini, curati amorevolmente da volontari, che ogni domenica li fanno uscire dall'ampio recinto, per la gioia dei piu' piccini.
 Perry, nato nel 1994, ci e' arrivato nel 1997. E quando gli animatori di Pacific Data Images (acquisita da Dreamworks) scoprirono che a meno di un miglio dalla loro sede, non lontana dalla via principale della valle, El Camino Real, c'erano degli asini che potevano ispirare il personaggio del film che avevano in cantiere, puntarono gli occhi su Niner. Che piuttosto vorace, tento' di divorare gli stivali di uno della troupe. Mentre Perry davanti alla cinepresa si dimostro' molto piu' versatile. E la sua caratteristica principale, l'insicurezza dovuta al fatto di esser stato separato troppo presto dalla madre, e' diventato il tratto principale del suo logorroico corrispettivo disegnato, doppiato nell'originale da Eddy Murphy.
 Non vi dico l'euforia suscitata da questa storia in Alessandro e Francesca, che dopo una ghiotta anticipazione del babbo, che ventilava star hollywoodiane dietro casa, si aspettavano quanto meno George Clooney e Pamela Anderson. 
Dieci minuti davanti a un asino non sono bastati a indovinare di quale diavolo di film stessimo parlando.
La foto immortala la gioiosa scoperta (ummmm, bzzzzzzzzz) da parte dei due. 

mercoledì 14 maggio 2008

Gunn High School Prom: il sospirato resoconto della festa



"E il Prom?", ci ha chiesto l'altro ieri dall'Australia Arianna. 
"Volevamo sapere com'era andato il Prom..." ci hanno scritto piu' volte amici e parenti, da Milano e Mestre.
Le principessine hanno i loro tempi, specie in trasferta...
E allora con perfetto tempismo, ecco alla fine l'invocato e atteso resoconto della festa dell'anno in pompa magna della Gunn High School, svoltasi a San Francisco lo scorso 25 aprile.
 Francesca reporting.
Qui le foto.

I preparativi per il Prom del 25 aprile sono iniziati all’incirca un mese prima,  alla ricerca del vestito perfetto, la collana perfetta, la borsetta, gli orecchini e e le scarpe che si adattassero perfettamente al vestito. 
La ricerca in questo campo e’ davvero mooolto dura, i vestiti sono  un infinita’, di tutti i tipi: lunghi, corti, bianchi, neri, oro e multicolour. Ma verso la fine tutti trovano il vestito che piu’ gli si addice.
Ma i preparativi e la ricerca degli accessori sono durati fino all’ ultimo. Infatti, il mattino del 25 aprile io e la mamma eravamo per le vie di Palo Alto alla ricerca di un fermacapelli color oro e grazie a  Dio lo abbiamo trovato! .
Il giorno del Prom, dopo la ricerca del fermaglio tutte le ragazze si sono trovate a casa di una mia amica per prepararsi tutti insieme. Alle 16.30 i ragazzi sono venuti a prenderci. 
E’ usanza che il ragazzo che invita la ragazza regali alla dama un braccialetto coperto di fiori  (che costa la bellezza di 30$) mentre le ragazze devono comprare un fiore da puntare alla giacca dello smoking del cavaliere. 
Il nostro gruppo era composto da 11 persone: Marisol dal Messico nella foto con il vestito blu scuro e la scollatura sul retro, era la dama di mio fratello,  Hadar, israeliana nel vestito azzurro lungo fino alle ginocchia e’ stata invitata al prom da Nathan, il ragazzo alto con lo smoking nero e bordeaux, anche lui israeliano, io con il vestito oro e il ragazzo che mi ha invitato, Michael con lo smoking nero e oro, anche lui israeliano, e il resto delle persone senza “date” o senza appuntamento. La prima Ella dalla Svizzera, con il vestito blu scuro, occhi verdi e capelli ricci, Mataya dall’Olanda anche lei con vestito blu fatto di seta, Jenna olandese con il vestito nero, Lior, israeliana, vestito rosso e l’ultimo Devin l’unico americano purosangue del nostro gruppo.
Dopo le varie preparazioni siamo tornati a casa nostra per fare un po' di foto nel nostro giardino (le potete vedere nella galleria fotografica sopra).
Arrivati a scuola e’ stato interessante vedere tutti i vari vestiti che le persone indossavano.
C’e’ chi si e presentato con gonna grigia, calze viola e zeppa e chi invece con vestito nero corto con gonna a palloncino e rose finte color rosa shocking giganti appese sopra. 
Dopo'un ora circa di pullman, siamo finalmente arrivati  al San Francisco Design Center. Un posto immenso, con 4 piani (noi abbiamo mangiato al secondo), al piano terra uno spazio centrale era stato lasciato libero per i vari balli, tutt’intorno alle sale c’erano i buffet compresa una fontana di cioccolato dove si immergevano le fragole e i marshmallow (ovviamente la maggior parte del cioccolato invece che andare sulle fragole e’ finito in qualche modo ignoto sul mio vestito).
L’ultimo piano era invece riservato alle foto del Prom, con  fotografi che immortalavano le coppiette con sfondi fantasiosi.
La cena a buffet era molto buona, abbiamo mangiato pollo, pure’ e pasta, il tutto ottimo. Dopo cena, balli sfrenati al primo piano che sono durati fino a mezzanotte. Quando siamo dovuti tornare indietro, arrivando davanti alla scuola, vicino a casa nostra, all’1.30 di notte.

martedì 13 maggio 2008

Gli Usa devono prepararsi ad un mondo "post-americano", dice Newsweek. E per l'Italia c'e' poco da scherzare



Chi si poteva immaginare un tempo di venire qui negli Usa e fare quasi... i signori (cioe' sopravvivere) grazie all'euro?
 Tra guerra che sembra non finire piu', benzina alle stelle e recessione, gli americani sono depressi. Superati da altri Paesi in crescita anche nel loro sport preferito, lo shopping. Mentre il mondo si avvia verso un'era "post-americana", scrive nel suo ultimo editoriale (sintetizzato in un video) Fareed Zakaria, americano di origine indiana, direttore dell'edizione internazionale di Newsweek, con un estratto dal suo libro di imminente pubblicazione, "The Post-American World"(W.W. Norton & c.). 
Piu' del declino degli Usa, e' il boom di altri Paesi ad aver scompaginato gli equilibri, dice il giornalista. Convinto che gli Usa abbiano pero' quattro forti ragioni per guardare con fiducia al proprio ruolo nel futuro. Altrettanti motivi di amarezza, per un lettore italiano. Visto che si tratta proprio di quattro punti deboli del sistema Italia.

Da un sondaggio del mese scorso 81 americani su 100 si sono detti convinti che il Paese sia su una strada sbagliata. Negli ultimi 25 anni non era mai successo, osserva Zakaria. Convinto che il diffuso senso di frustrazione e delusione vada ben al di la' delle cifre sulla disoccupazione e la recessione che affliggono il Paese. 
Gli americani percepiscono che si sta profilando un mondo diverso, in cui il loro Paese non primeggera' piu' come in passato, dice l'editoriale intitolato "The Rise of the Rest" (la crescita del resto).
 L'edificio piu' alto del mondo e' a Taipei e presto sara' a Dubai, la raffineria piu' grande e' in India, l'industria del cinema piu' grossa non e' piu' a Hollywood ma in India, Bollywood. Persino il piu' grande casino' non e' piu' a Las Vegas ma a Macao. Mentre gli Usa hanno perso il primato anche nel loro sport preferito, lo shopping. E il Mall of America del Minnesota, un tempo centro commerciale numero uno al mondo, oggi non figura nemmeno fra i primi dieci.
Secondo Zakaria, e' stata una congiuntura positiva a propiziare la crescita esplosiva di nuove potenze economiche, come Cina, India e Russia.  In un mondo che paradossalmente non e' mai stato meno violento e agitato da sconvolgimenti. Anche se la percezione dell'opinione pubblica e' opposta. Semplicemente, dice Zakaria, perche' il progresso dei media ci porta rapidamente in casa notizie di disastri da ogni parte del mondo. Mentre nei decenni scorsi tragedie immani come quella del'Indocina, del Congo o del Ruanda hanno avuto un risalto molto inferiore. 
E anche la violenza della criminalita' metropolitana cifre alla mano, dice il giornalista, non e' affatto in aumento.    
L'ingresso sulla ribalta di nuove potenze mondiali in vertiginosa crescita sta ridimensionando il ruolo degli Usa,  rileva Zakaria. Convinto pero' che gli Stati Uniti abbiano concreti motivi per guardare al proprio futuro con ottimismo. Ed elenca quattro ragioni pricipali. 
1) Gli Usa sono un Paese straordinariamente duttile, capace di trasformare le difficolta' in opportunita', adattandosi a scenari nuovi.
2) Il cuore dei nuovi settori strategici hi tech del futuro, nanotecnologie e biotecnologie, e' fortemente concentrato negli Stati Uniti, che in questo campo non temono concorrenza.
3) Il settore che meglio funziona negli Usa e non ha rivali al mondo e' quello del'istruzione: Universita' capaci di attirare talenti da tutto il mondo e di sfornarne altrettanti. Una base fondamentale per costruire il futuro. 
4) Gli Usa non sono un Paese vecchio. E mentre l'Europa tra cinque o dieci anni come eta' media potra' assomigliare alla Florida, dove si concentrano una parte degli anziani di America, il Paese sa rafforzarsi con robusti innesti di forze giovani e nuove, grazie all'immigrazione. 
Quattro motivi di speranza per gli Usa. 
Hainoi, a pensarci bene sembrano altrettanti punti deboli del sistema Italia...

lunedì 12 maggio 2008

Lezione d'inglese: protagonista la cara vecchia Moka Bialetti



Al corso d'inglese per adulti siamo stati invitati dalla teacher a portare un oggetto che ci ricordi il nostro Paese. Io ho portato la cara vecchia (avra' almeno dieci anni) Moka express Bialetti (inventata dall'omonimo nel 1933), quella del Carosello con l'omino con i baffi, che quanto a design e a semplicita' di funzionamento batte tutti. Naturalmente non potevamo venire in America senza di lei.

Mi dicono che Moka e Lambretta sono gli oggetti che tutto il mondo ci invidia, wow.
Ed in effetti ho avuto un successone. 
Ho dovuto spiegare funzionamento, tempi, resa e materiali di cui e' fatta. 
I miei compagni asiatici sono rimasti folgorati. 
Chissa', forse tra breve ci troveremo in commercio il prototipo cinese Mokacin...
(Pola)

domenica 11 maggio 2008

Pangea Day a San Francisco, un meeting memorabile



Alessandro e Francesca hanno partecipato con il consueto entusiasmo, qualche brivido una volta arrivati a destinazione, adombrando il dubbio che il capobanda (chi scrive) avesse sbagliato data o luogo. E invece, posto giusto al momento giusto. Sede del gruppo umanitario Architecture for Humanity, di cui potete leggere qui, un grande studio trasformato in sala proiezioni, un centinaio di persone stipate e sedute a terra (l'inizio non e' stato dei piu' confortevoli) per il Pangea Day a San Francisco. 

Un'atmosfera d'altri tempi, tutti stretti nel buio e molto pazienti con chi ti toglie spazio ( e magari si piazza nell'unico angolo visuale fra te e lo schermo). Ma presto alcuni (tra i quali Alessandro e Francesca) hanno ceduto e lo spazio e' diventato piu' comodo, distesi comodamente sulla moquette (che qui si chiama carpet, i tappeti sono rugs) a guardare bellissimi filmati all'insegna della fratellanza.
La forza delle immagini supera le barriere linguistiche e quasi tutti i film sono godibilissimi anche da chi non conosce l'inglese. 
Dopo un paio di exploit di gruppo (urla e applausi) ripresi da una telecamera e trasmessi in "mondovisione" da Pangea, buffet con tutto quello che ognuno ha portato da casa, incontri e presentazioni per conoscersi, uniti dalla voglia di cose belle che superino le barriere.
Qui una galleria fotografica dell'evento.
I filmati potete riguardarli con comodo sul sito del Pangea Day.
Qui sotto alcuni dei nostri film preferiti.

venerdì 9 maggio 2008

Pangea Day, domani partecipate anche da casa ad un evento mondiale di cinema e pace




Volevo segnalarlo settimane fa e ormai siamo invece arrivati alla vigilia. E ne ha parlato anche il sito del Corriere.
Domani sabato 10, dalle 18 a mezzanotte ora italiana, un eccezionale evento di aggregazione mediatica all'insegna della pace,  della fratellanza unira' milioni di persone in tutto il mondo. Qui il bellissimo trailer.
 Quattro ore per 24 filmati di autori diversi, tutti dedicati alla comprensione e conoscenza reciproca.
sono previsti raduni un po' ovunque, a Milano ad esempio al teatro Franco Parenti. Noi cercheremo di partecipare al raduno di San Francisco. Anche perche' l'iniziativa e' nata da queste parti. Dalle straordinarie conferenze di Ted.com , concentrato di conoscenza e intelligenza, che vedono in scena ogni anno a Monterey scienziati, artisti, ricercatori, a parlare con competenza e un tocco di umorismo di scenari mondiali e futuro. Una ventata di speranza da fior di cervelli che cosa importante non se la tirano mai. Anche se sono star mondiali nel loro settore. 
Ne parleremo in un prossimo post. Niente di piu' lontano dal pacifismo a volte targato e un po' cialtrone cui siamo abituati.
Intanto, guardate il sito del Pangea Day , che invita anche a radunarsi in casa con amici diventando promotori dell'evento, per condividere queste immagini che saranno trasmesse su siti Internet e canali televisivi. 
Ci vediamo domani. Intanto, guardatevi la bellissima presentazione del Pangea Day fatta da Robin Williams. che parla della forza del cinema, come strumento di comunicazione e comprensione. Incantevole anche per chi non sa l'inglese... 


Con Cristiana e Giampaolo a North Beach



Giampaolo e Cristiana arrivati domenica da New York stanno assaporando l'ultimo giorno di San Francisco e Stanford. 
Intanto Gabriella e' andata. Dopo averci immortalato su una suggestiva scalinata di North Beach, quartiere italiano di San Francisco, sede storica della Beat Generation. 
La spiaggia proprio non c'e' ma ci sono posti peggiori dove abitare...


giovedì 8 maggio 2008

That'sammerica: la West Coast di Gabriella



Piena di slanci come solo lei, Gabriella from Milano ha tentato di inserire in un commento le sue impressioni sulla visita a Palo Alto, intasando per due giorni il computer per eccesso di battute.
In via eccezionale, ecco un post da lei stilato nell'ultimo giorno della sua esperienza West Coast.

Vita dura qui. sveglia presto. il sole entra dalle vetrate e attraverso gli alberi del giardino. 
Vita dura. Vabbe' mi alzo. vado a correre: scarpette, un goccio di caffe' e .. via.. prendo il ritmo insieme alle belle ragazze piu' o meno giovani, gruppi di ragazzoni in allenamento, fisicacci che quando ti accorgi delle loro presenza sono gia' lontani... tutti che mi salutano con un 'morning.. mah.. non sono mica abituata io .. sono di Milano io.. mi scambieranno per qualcun'altra..vabbe andiamo... guarda !! : uno scoiattolo...ma no sono due..tre ... i ragazzi della
scuola si allenano a baseball.. piu' in la' le ragazze si allenano a calcio.. io corro.. querce, pini... prati di moquette verde.. ancora scoiattoli.vita dura. 
Al ritorno mi aspetta una torta al cioccolato della magica Pola ... e intanto si fa il programma della giornata... oggi il Moma e Haight, ieri corsa sul tram 'arieggiato', il giorno prima le lunghe spiagge di Ocean Beach, e prima ancora biciclettata con Tiziano al Golden Gate Bridge.
Vita dura. Un giorno abbiamo fatto in discesa la scalinata (circa 800 gradini) mozzafiato che scende dalla Coit Tower a ..giu'.. splendido panorama... laggiu' il mare, in mezzo a fiori  esagerati.  meno male che e' in discesa..il giorno dopo, l'abbiamo fatta in salita. Vita durissima
That's California.. That's Bonzi.Us style ..
se non ci fossero i Bonzios bisognerebbe inventarli 
Gabriella
                                         
Grazie Gabri, post approvato, ripongo la pistola nel cassetto.
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mercoledì 7 maggio 2008

West Coast Tiziano, scene di un'avventura



Come promesso, ecco le immagini delle avventure di Tiziano nella West Coast.
Qui la galleria fotografica. 

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domenica 4 maggio 2008

Tiziano has gone, c'e' Gabriella mentre arrivano Giampi e Cristiana...



Tiziano has gone, a San Francisco dopo una settimana ha lasciato il cuore. Oltre a mezzo chilo tra barba e capelli che un barbiere russo ha avuto il suo daffare a smaltire. 
Presto una galleria fotografica delle imprese nella Baia del seducente e non piu' irsuto professore veneziano, che ha lasciato il segno nelle donne incrociate. Ed ha a sua volta fatto gli onori di casa con Gabriella da Milano, iron woman new entry dai Bonzi.Us. Con lui nella foto, prima modella a indossare la t shirt Italiani di Frontiera, gia' oggetto di culto.
La foto testimonia il nuovo volto di Tiziano e il contagio subito nella laptop-dipendenza, da cui tutti siamo ormai affetti.  
Di passaggio ci siamo goduti pure Paola, non da meno come iron woman,  che occupandosi di progetti ambientali per Agip a Milano e in giro per il mondo, ha frequentato un seminario all'Universita' di Santa Cruz, ripartendo dopo una cena da noi.
Intanto e' di nuovo conto alla rovescia: fra due ore arrivano Giampaolo e Cristiana da New York. 
Si balla, anche nella distribuzione posti letto, dai Bonzi.Us... Qui il sommario

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